I giudici della Corte di giustizia dell’Unione europea (Cgue) si esprimono positivamente sul taglio dei vitalizi degli europarlamentari italiani deciso dal parlamento Ue, che aveva optato per parametrarli a quelli degli ex inquilini di Camera e Senato in seguito alla sforbiciata promossa dal presidente di Montecitorio, Roberto Fico, nel 2019.
Subito dopo la decisione dell’organo legislativo dell’Ue, gli europarlamentari italiani che si sono trovati senza i generosi vitalizi, avevano fatto ricorso alla Cgue, portando in giudizio il Parlamento europeo, ma gli eurogiudici, con una sentenza dello scorso 15 ottobre, hanno definito questo ricorso irricevibile.
«Respingendo il ricorso presentato da alcuni ex europarlamentari italiani che hanno subito una riduzione del loro trattamento – dichiara Roberto Fico – i giudici europei con le loro conclusioni rafforzano, nel merito e nel metodo, la delibera approvata dall’ufficio di presidenza della Camera dei deputati. Nella sentenza il tribunale ha affermato alcuni principi fondamentali: non serve una legge per ricalcolare i vitalizi; non si possono abolire in quanto diritto acquisito ma nulla impedisce di rivederne l’importo; la razionalizzazione delle spese pubbliche è un obiettivo di interesse generale che può giustificare il taglio. Ed aggiunge che non è vero che la delibera viola il principio di proporzionalità. Tutto questo conferma il lavoro serio che abbiamo portato avanti».
In realtà la sentenza della Corte Ue non ha sindacato la legittimità del taglio dei vitalizi deciso da Montecitorio, bensì ha confermato che, nella delibera del parlamento Ue dove vengono allineati i vitalizi degli europarlamentari italiani a quelli degli ex componenti di Camera e Senato, non c’è nessuna violazione delle norme del diritto dell’Unione.
Esultano, in parte a sproposito, i pentastellati: «I giudici europei della corte del Lussemburgo ci danno pienamente ragione – dichiarano in una nota i deputati M5s in commissione Politiche Ue – La nostra battaglia di taglio ai vitalizi era giusta e, soprattutto, legittima. La Casta se ne faccia una ragione, sono finiti i tempi dei bagordi».
Mentre in Italia il Senato, con la decisione della Commissione contenziosa, ha riesumato i supervitalizi, sembra che la sentenza della Corte Ue non sia destinata ad avere ripercussioni nazionali visto che, in effetti, i giudici comunitari si sono limitati ad affermare che il Parlamento Ue, nell’allineare i vitalizi dei parlamentari europei italiani a quelli dei parlamentari italiani, non ha violato nessuna normativa comunitaria, non interferendo così nella nostra disputa nazionale.