Un toscano su quattro rinuncia al proprio verde

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giardiniUn toscano su quattro rinuncia al proprio verde

Un toscano su quattro rinuncia al proprio giardino, lasciandolo in stato di abbandono o pavimentandolo. E’ la stima di Confagricoltura Toscana, che pone l’attenzione sulla necessità di provvedimenti in grado di favorire lo sviluppo del verde privato. Il sondaggio telefonico realizzato dall’Accademia italiana del giardino attraverso un campione di operatori del settore – giardinieri, costruttori del verde, vivaisti, garden designer e paesaggisti che operano nel territorio toscano – ha rilevato un calo dell’attività di recupero delle aree verdi per privati, pari a circa il 25%.

Il dato è segnalato come preoccupante dal vicepresidente di Confagricoltura Pistoia e presidente del distretto vivaistico pistoiese, Francesco Mati: «Oggi chi decide di ristrutturare casa, istallare zanzariere, sostituire pavimenti ha la possibilità di usufruire di agevolazioni fiscali, mentre chi desidera riqualificare il proprio giardino va incontro a spese da beni di lusso spesso insostenibili che lo costringono ad abbandonare ogni cura al verde con il conseguente abbandono del proprio giardino. Laddove possibile al giardino si sostituisce il cemento con buona pace di tutti i discorsi fatti per difendere l’ambiente».

Intanto alla Camera dei deputati è in discussione il disegno di legge “Misure di agevolazione fiscale per interventi di sistemazione a verde di aree scoperte di pertinenza delle unità immobiliari di proprietà privata”, in materia di misure di agevolazione fiscale per interventi di riqualificazione e recupero di aree verdi private e condominiali. A questo proposito Mati spiega che «è importante velocizzare un iter parlamentare che rischia di affossarsi come già avvenuto in a passato», ribadendo la forte decisione di Confagricoltura ad utilizzare ogni strumento a disposizione perché passi una legge non più prorogabile.

«Aiutare chi vuole sistemare il proprio giardino – conclude Mati – significa migliorare l’ambiente, aumentare l’occupazione, incrementare il gettito fiscale, permettere lo sviluppo di nuove figure professionali come il garden designer, tutelare nelle nostre città spazi di biodiversità, aumentare il consumo interno di piante e di conseguenza rilanciare tutto il settore vivaistico. Significherebbe in poche parole dar seguito in concreto a tutta una serie di prerogative che ogni Paese si pone ma che in Italia stentano ancora a decollare».

© RIPRODUZIONE RISERVATA – Toscana24

 

 

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