Il ministro Alfano dà la patente agli imam italiani: saranno riconosciuti con decreto ministeriale

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associazioni_islamiche_885Il ministro dell’interno, Angelino Alfano ha incontrato al Viminale i rappresentanti delle maggiori comunità e associazioni islamiche italiane e con il Consiglio per le relazioni con l’Islam italiano. Al termine del vertice ha annunciato novità sul fronte del controllo dei ministri di culto islamici. «Sono diversi i punti su cui abbiamo trovato un accordo – ha detto il titolare del Viminale – ma innanzitutto c’è il riconoscimento dei ministri di culto musulmani con decreto ministeriale previo accertamento dei requisiti».

Una riunione che verrà effettuata periodicamente e che avrà lo scopo di potenziare integrazione e rapporti. Al termine del vertice, Alfano ha annunciato alcune novità, e in particolare una sorta di “patente” per i ministri di culto islamici. «Sono diversi i punti su cui abbiamo trovato un accordo – ha spiegato il titolare del Viminale – ma innanzitutto c’è il riconoscimento del ruolo di ministro di culto musulmano con decreto ministeriale previo accertamento dei requisiti: è un riconoscimento specifico per quegli imam che accetteranno di sottoporsi a una formazione che ovviamente non entrerà nell’ambito della dottrina di fede ma sarà una formazione dal punto di vista civico e nell’ambito delle regole italiane. Ci siamo trovati poi d’accordo con piacere sulla lingua: la predicazione dovrà avvenire in italiano e a questo si abbina un’altra serie di cose. A coloro i quali accetteranno di esser riconosciuti imam italiani sarà dato uno statuto che permetterà di darci una mano e di accedere in luoghi particolari, come le carceri o altri spazi protetti».

GLI ENTI TERRITORIALI – «Un’ulteriore questione – ha aggiunto il ministro – riguarderà l’organizzazione di incontri tra ministri di culto e amministrazioni locali in modo che l’imam che abbia ottenuto lo status d’imam italiano, possa avere un interlocutore a livello territoriale a cui rivolgersi». Alfano ha voluto anche sottolineare che «quello di oggi è un importante contributo nell’individuazione di una strada che possa rendere il nostro paese, quello che già è, ovvero la culla della civiltà, per piantare il seme del dialogo tra religioni. Da noi la prevenzione funziona ma è fondamentale che a questa si abbini una risposta culturale. E importante che un incontro come questo avvenga qui al Viminale, che è non soltanto il ministero della sicurezza ma anche il luogo che garantisce il rispetto delle libertà civili e religiose degli italiani. In Italia c’è piena libertà di culto ma le regole di culto non devono essere contrarie ai nostri diritti e alle nostre regole».

ESPULSIONI – Infine – ha ricordato – lo scorso anno, il 2015, sono stati espulsi dall’Italia sette imam che inneggiavano alla violenza. «Questa – ha concluso – è una giornata importante, perché in Europa sta soffiando un vento razzista e islamofobo che non ci piace. Le regole della costituzione riguardano tutti i cittadini italiani aldilà della religione che professano. Noi diciamo no a imam fai da te e sì alla costruzione di una nuova figura d’imam consapevole del suo ruolo pubblico». Dodici gli esperti che si sono riuniti ieri intorno al tavolo. E tutti con l’obiettivo di trovare un accordo comune. Si avranno così dei ministri di culto riconosciuti con decreto ministeriale, solo dopo l’accertamento dei requisiti, e della «formazione specifica non solo dottrinale ma anche dal punto di vista civico».

INCONTRI PERIODICI – «No agli imam “fai da te”» – ha sottolineato ancora Alfano – e sì a nuove figure di religiosi consapevoli del loro ruolo pubblico. A livello locale la proposta è di prevedere tavoli presso le prefetture e incontri periodici con le amministrazioni come avviene con i preti cattolici. «E’ stato fatto un passo avanti molto importante nella direzione della pace e della sicurezza – ha ribadito il ministro – nel momento in cui nel resto d’Europa soffia un vento razzista e islamofobo. Dobbiamo riconoscerci tutti sotto l’ombrello della costituzione, i rappresentanti delle comunità sono d’accordo. In Italia ci sono 1,6 milioni di musulmani, è una risposta stupida considerarli sodali ai terroristi». E’ stata poi annunciata una nuova riunione che avrà al centro della discussione i luoghi di culto. Mentre la comunità del Bangladesh ha comunicato al Viminale che si riunirà oggi per manifestare la propria vicinanza ai familiari delle vittime italiane di Dacca.

 

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