E’ attaccato e perfino massacrato dalle polemiche, Eugenio Giani, dopo che la Toscana è ripiombata in zona rossa, con i negozi non alimentari chiusi nella settimana di Pasqua. Sembrava che potesse restare arancione, ma c’erano 100 schede di Prato che hanno capovolto la situazione. Così dal 29 marzo al 6 aprile tutta la regione avrà le restrizioni più elevate. E dopo ci sarà solo la possibilità di restare arancioni, perchè fino al 30 aprile nessuna regione italiana potrà essere gialla o bianca.
«Ho preferito l’assoluta trasparenza: – ha spiegato Giani – ho informato Roma, e approfondendo a quel punto tutti hanno condiviso questa scelta, che è una scelta di assoluta trasparenza. Era troppo delicata la questione, sapevamo che avrebbe influenzato il destino di una regione che sul piano delle restrizioni alla mobilità non poteva lasciare ombre. Nell’approfondimento che abbiamo fatto rivedendo le schede – ha aggiunto – vi era la scheda di un laboratorio di Prato che è arrivata non la mattina, quando tutti i referti arrivano, ma ieri pomeriggio, e arrivando ieri pomeriggio non è computata sui dati mandati a Roma».
Conclusione di Giani: «Quando ce ne siamo accorti, perché il dato di Prato con questi circa 100 contagi in più appariva molto alto, abbiamo ricostruito il tutto, e di conseguenza quei 100 contagi non sono ascrivibili alla giornata di oggi ma alla giornata di ieri, e questo proprio nel momento che porta al computo complessivo dei contagi, su cui poi valuta il Ministero della Salute attraverso la sua cabina di regia. Siamo stati noi con i dirigenti dell’assessorato a valutare che quel dato era troppo alto».
Gilda Giusti