Potrebbero essere arrivate a una svolta, le indagini della magistratura sulla morte, in fabbrica, di Luana d’Orazio, finita negli ingranaggi dell’orditoio dell’azienda tessile nella quale la giovane operaia lavorava. Oltre che sull’eventuale manomissione dell’orditoio, il macchinario tessile dove la ragazza ha perso la vita, le indagini riguardano anche il tipo di contratto con la quale era stata assunta. Sembra infatti, da un primo esame delle carte, che Luana fosse stata inquadrata con semplici mansioni di catalogazione e che dunque non avrebbe potuto lavorare ai macchinari presenti nella fabbrica e dunque neppure all’orditoio.
Su questo aspetto sono attualmente in corso ulteriori accertamenti. Il legale della famiglia di Luana, l’avvocato Daniela Fontaneto, non ha commentato le ultime notizie e chiede il massimo riserbo sulla vicenda «fintanto – dice – che c’è un indagine in corso». Due, al momento, le persone che figurano nel registro degli indagati, la titolare dell’azienda e il responsabile della manutenzione del macchinario.
Gilda Giusti