Il dietrofront improvviso in merito al sottoattraversamento fiorentino, con la riduzione del tunnel e la sparizione della stazione Foster (per la quale peraltro sono già in atto da tempo lavori e scavi con costi elevati) ha animato il dibattito politico nazionale e soprattutto locale. Il Governatore Rossi afferma che nulla è cambiato e che aspetta la proposta di Rfi; il Sindaco Nardella, che già si era espresso a favore di cambiamenti radicali del progetto del tunnel, attende anche lui nuove dalle ferrovie, alle quali (il che vuol dire ai contribuenti) faranno carico modifiche e spese necessarie. Dopo la riunione di Roma, nella quale sono state individuate alcune linee che modificano in buona parte il programma originario, subito sono sorte polemiche politiche da parte delle opposizioni. La prima a partire lancia in resta è stata Forza Italia, ma subito dopo è insorto il Movimento 5 Stelle, da sempre contrario al progetto.
In effetti la vicenda del sottoattraversamento fiorentino è stata sempre tormentata; il comportamento e gli indirizzi delle istituzioni nazionali e locali (ricordiamo che in tutti questi anni, ne sono passati ormai 20, i responsabili di Regione, provincia e Comune di Firenze sono mutati) sono stati altalenanti; soprattutto le inchieste giudiziarie hanno portato alla luce che, come sempre succede in Italia per le grandi opere, nelle procedure c’era stato qualcosa d’irregolare. Dunque la vicenda consiglierebbe prudenza, riducendo al minimo l’impatto ambientale e finanziario, cercando di limitare al massimo i danni. Una domanda però sorge spontanea. Si è ribadita la centralità della Stazione di Santa Maria Novella. Per questo si è rinunciato alla nuova megagalattica costruzione progettata dall’Archistar Norman Foster. Quindi, contrordine, i treni dovranno passare, in sotterranea come a Bologna, da una nuova che presumibilmente dovrà essere costruita nei pressi di quella esistente. Ma in modo che sia evitata la complicazione di una stazione di testa che, per la necessità del cambio di direzione del treno, adesso fa perdere circa 9 minuti di tempo ai convogli. Dunque si ricomincia in parte daccapo, con polemiche e contraddizioni, con dissidi fra istituzioni.