Torna l’annosa emergenza sfratti nel Comune di Firenze che né la Regione né il Comune da decenni ormai sanno come arginare, chiedendo al governo il blocco degli sfratti, spalleggiati dai sindacati degli inquilini, da quelli confederali e dalla politica di sinistra. Scaricando il peso dell’assistenza sulle spalle non delle istituzioni, ma dei proprietari, a volte più in difficoltà dei loro inquilini. Ma è questa la filosofia delle sinistre, dagli ai ricchi o supposti tali.
In un determinato periodo, anni 80, fu inventata, con legge, anche la graduazione degli sfratti da parte di una commissione prefettizia, che poi, nonostante avesse raggiunto buoni risultati, fu caducata perché magistratura e ufficiali giudiziari non volevano perdere i loro poteri.
Sono oggi 80mila le famiglie in emergenza abitativa in Toscana che rischiano di perdere la casa. Hanno lanciato un forte allarme i sindacati Cgil, Cisl e Uil, con le sigle Sunia, Sicet, Uniat e Unione inquilini della Toscana. Secondo l’indagine da loro effettuata, il 30% rischia di essere sfrattato con esecuzione coatta della forza pubblica entro la fine del 2021. Per questo, in una nota, i sindacati chiedono a tutte le forze politiche e istituzionali di intervenire per consentire ‘il passaggio da casa a casa delle famiglie in difficoltà economica.
In particolare si chiede che su tutto il territorio toscano siano rimesse nel circolo virtuoso delle assegnazioni le oltre 3.500 case popolari sfitte e che si costituiscano i tavoli territoriali per l’emergenza abitativa (come previsto dalla legge), necessari per coordinare tutti i soggetti che a livello locale si ritroveranno prossimamente coinvolti nella gestione dell’emergenza casa.
La fine del blocco degli sfratti, che avverrà a fasce tra settembre e dicembre prossimi, rischia di mettere sulla strada 24 mila famiglie povere; la concentrazione maggiore di queste famiglie è normalmente nelle grandi città, a partire da Firenze. Sono infatti questi i Comuni dove più alto è il numero degli sfratti rinviati a causa della pandemia e che potrebbero ripartire tra due o sei mesi. L’allarme arriva da tutti i sindacati toscani (Cgil, Cisf e Uil, con le sigle Sunia, Sicet, Uniat e Unione inquilini ) che si rivolgono alle istituzioni per evitare che si trasformi in tensione sociale.
Ma anche le istituzioni non potranno fare molto, soprattutto se approveranno leggi ideologiche come quella della Regione Toscana che dovrebbe prevedere che anche gli stranieri, in particolare i migranti, siano ammessi nelle graduatorie per gli alloggi popolari indipendentemente dal requisito obbligatorio di un periodo minimo di residenza in Toscana (si prevedeva un limite, corretto a mio avviso, di almeno 10 anni).
Non è certo con questi metodi populisti, volti ad accaparrarsi i voti di possibili futuri elettori, che si potrà risolvere il problema, tanto che, ne sono sicuro, la questione tornerà ovunque sul tavolo dei prefetti, ai quali verrà chiesto di non mettere a disposizione la Forza pubblica, contravvenendo a una precisa richiesta della magistratura e degli ufficiali giudiziari. rischiando personalmente l’incriminazione, come è successo più volte a me durante la lunga carriera prefettizia. Ma alla politica preme salvaguardare i propri interessi e le clientele, attuali o future. Siamo proprio un Paese di Pulcinella.