Al centro dell’indagine i bonifici del documentario «Firenze secondo me», che finirono nel 2019 in una relazione dell’antiriciclaggio della Uif. Per questo l’ex premier Matteo Renzi è indagato per finanziamento illecito e false fatturazioni, insieme al manager dei vip Lucio Presta. Lo rende noto un’anticipazione del quotidiano «Domani», secondo cui «la procura di Roma ha iscritto il leader di Italia Viva nel registro degli indagati qualche settimana fa, in merito a un’inchiesta sui rapporti economici tra Renzi e l’agente televisivo».
L’Espresso segnalò due anni fa come Presta, per il progetto televisivo andato in onda su Discovery, «girò a Renzi quasi mezzo milione di euro, una cifra che appariva fuori mercato. Non solo – sottolinea il Domani – se rapportata alle somme pagate da conduttori di fama come Alberto Angela, ma anche messa a confronto con quanto incassato dai Presta da Discovery: se al tempo fonti interne all’emittente rivelarono che il documentario presentato dal politico era stato comprato per poche migliaia di euro, oggi si scopre che l’Arcobaleno Tre (la società di Presta e del figlio Niccolò – anche lui indagato) ha fatto a Discovery una fattura da appena mille euro, che tra l’altro non risulta ancora incassata».
In pratica, afferma sempre il quotidiano, «il documentario, costato quasi un milione di euro tra compenso per Renzi e spese di produzione, ad oggi non ha incassato nulla». Nel decreto di perquisizione ai Presta e alla loro Arcobaleno Tre – come riporta ancora il quotidiano – i pm Alessandro Di Taranto e Gennaro Varone «parlano di rapporti contrattuali fittizi, con l’emissione e l’annotazione di fatture relative a operazioni inesistenti, finalizzate anche alla realizzazione di risparmio fiscale, consistente nell’utilizzazione quali costi deducibili inerenti all’attività d’impresa costi occulti del finanziamento della politica».