Era stata un’apprezzata dirigente regionale, Simonetta Gaggioli e la sua morte aveva destato profondo cordoglio nell’ambiente della Regione Toscana. Secondo la Corte d’Assise di Livorno, Simonetta Gaggioli è stata uccisa e buttata in un fosso. La donna aveva 76 anni quando, nell’agosto del 2020, il cadavere fu trovato in un sacco nel fosso di Riotorto, in provincia di Livorno. Il ritrovamento avvenne per via di un cinghiale investito e fuggito nella macchia. Per la morte di Simonetta Gaggioli è stata riconosciuta colpevole la nuora, Adriana Gomes, di origine brasiliana, condannata a 24 anni di reclusione.
La corte d’Assise di Livorno ha riconosciuto Adriana Gomes colpevole per aver ucciso la Gaggioli, madre di suo marito, ritrovata appunto cadavere in un fosso. Il pm aveva chiesto l’ergastolo. Secondo l’accusa, la Gaggioli venne uccisa da una dose letale di Duotens sciolta nel caffè, un farmaco che la donna assumeva per curare l’ipertensione.
«La Gomes era accusata di omicidio, occultamento di cadavere e truffa – ha spiegato l’avvocato della difesa Francesco Nardini – evidentemente l’impianto accusatorio non è stato ritenuto così concreto per l’ergastolo. Hanno applicato una pena minima ritenendo che ci fossero i presupposti per l’omicidio ma non tali da arrivare alla massima pena. Tra 90 giorni leggeremo le valutazioni e a quel punto decideremo se fare appello o meno».
Gilda Giusti