Camere di Commercio, riforma: domani 29 luglio assemblee di protesta contro i 400 esuberi in Toscana

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camcommCol riordino Camere di Commercio ci saranno oltre 400 esuberi in Toscana. Domani venerdì 29 luglio (ore 11-13) assemblee dei lavoratori in tutta la regione. Cgil-Cisl-Uil Toscana di categoria dicono al governo: “No allo sfascio della pubblica amministrazione”. Infatti il riordino del sistema delle Camere di Commercio, che il governo si appresta a discutere nei prossimi giorni, porterà 200 esuberi di personale (su un totale di 700 lavoratori) nelle sedi toscane, da sommare ad altri 200 esuberi del personale delle aziende speciali che collaborano con gli enti. In tutto, circa 400 lavoratori col posto a rischio: numeri molto grandi che non prevedono tra l’altro i dipendenti delle aziende degli appalti, che tra chiusure e accorpamenti vedranno calare le commesse. “Al governo sia ben chiaro: non gli sarà possibile approvare provvedimenti scellerati e dannosi per i servizi e per i lavoratori e le lavoratrici approfittando del periodo estivo. Anche d’estate, con il periodo feriale alle porte, saremo presenti per impedire lo sfascio della pubblica amministrazione”, dicono Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl Toscana e Rsu.
Sulla questione, domani enerdì 29 luglio dalle ore 11 alle ore 13 in tutte le Camere di Commercio toscane si terranno assemblee dei lavoratori e di tutto il sistema camerale a cui saranno chiamati ad intervenire parlamentari, Consiglieri regionali, sindaci, rappresentanti datoriali. Saranno poi le assemblee che valuteranno in autonomia se procedere a stati di occupazione o a presidi per sensibilizzare la popolazione. A Firenze (città dell’unica Camera di Commercio che, in Toscana, secondo i parametri del riordino del governo non dovrà fare accorpamenti) l’assemblea si svolgerà allo spazio Alfieri (via dell’Ulivo 6).

LA VICENDA – L’Esecutivo si appresta a discutere nei prossimi giorni il “Riordino del sistema Camerale”. Il Decreto Legislativo esce in bozza di discussione su carta intestata della Presidenza del Consiglio dei Ministri (con paternità dunque ben chiara: il Dipartimento affari legislativi della Presidenza del Consiglio) e ricalca, in peggio, la bozza di decreto che nei mesi scorsi mise in agitazione tutto il sistema camerale. Nella bozza viene ribadita la drastica riduzione delle Camere di Commercio (solo 60 in tutta Italia dalle attuali 105); chiusura degli uffici periferici dopo la fusione; taglio lineare dei dipendenti del 15% e, a fusione avvenuta, del 25% dei dipendenti delle funzione trasversali (uffici del personale, ragioneria ecc.); confermato il taglio delle risorse ( -40% sui diritti camerali per il 2016 e –50% nel 2017); soppressione o accorpamenti delle aziende speciali; soppressione, in pratica, delle Unioncamere Regionali; riduzione drastica delle funzioni proprie delle Camere di Commercio; apertura al privato. Per il personale nessun paracadute: chi verrà dichiarato esubero (e saranno numeri maggiori rispetto alle percentuali indicate, in relazione alle funzioni che non saranno più svolte dalle Camere) potrà ricorrere solo alla mobilità: mobilità che in questo caso non vuol dire essere assorbito da altro ente (come avvenuto per le Province) ma messa in “cassa integrazione” con stipendio all’80% del tabellare (molto meno del salario in godimento) per due anni. Se entro i due anni non si trova collocazione si viene semplicemente licenziati. Il personale “fortunato” che rimarrà dipendente del sistema potrà comunque essere spostato nella sede della nuova Camera di Commercio. Previste anche ricadute pesanti sulle Aziende speciali e sull’indotto (appalti che verranno interrotti per la chiusura delle sedi territoriali espressamente prevista nel Decreto).

 

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