Migranti e Ong: Sea Watch 3, la nave della Rackete, chiede al tribunale di Catania di far sbarcare i suoi «ospiti»

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Le Ong ormai hanno capito che il miglior loro alleato nel far sbarcare  i migranti sono alcune procure siciliane. Sea Watch3, la nave della Carola Rackete che speronò i finanzieri ed è stata assolta e liberata dalla magistratura agrigentina, stavolta si rivolge al Tribunale di Catania, inconsapevole forse che proprio la Dda di Catania oggi ha scoperto una tratta di esseri umani attraverso i barconi.

Dunque scrive la ong tedesca su twitter: «Abbiamo inviato una segnalazione al Tribunale di Catania per notificare la presenza di oltre 70 minori a bordo di SeaWatch3, la maggior parte non accompagnati.. Sono disidratati, feriti, traumatizzati». L’ong torna dunque a denunciare per il quarto giorno consecutivo le condizioni a bordo della nave di ricerca e soccorso Sea-Watch3, che in due diversi interventi ha tratto in salvo oltre 250 migranti alla deriva nel Mediterraneo. I responsabili scrivono ancora: «Mentre l’Italia rinsalda la sua collaborazione con la Libia attraverso il voto in Senato sul rinnovo delle missioni e la visita della ministra Lamorgese, queste persone vengono lasciate in mare. Hanno sofferto abbastanza. Chiediamo l’assegnazione di un porto sicuro», concludono. E per fare ancor più pressione sulle Autorità la nave si trova già da giorni vicino alle coste siciliane.

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