Gli stati satelliti della Germania dell’ormai ex cancelliera Merkel, quelli definiti frugali, non si smentiscono in materia di immigrazione. Partono all’attacco della recente politica della Ue, ma lanciano un chiaro messaggio all’Italia. Non vogliono che la questione migranti sia strumentalizzata per fini politici, manche se a me sembra che, almeno per quanto riguarda l’Italia, noi siamo le vittime della strumentalizzazione, o meglio del disinteresse europeo in materia, e non i profittatori di tali situazioni.
I ministri dell’Interno di nove Stati membri hanno scritto alla Commissione Ue chiedendo di rivalutare l’approccio di fronte «all’emergente strumentalizzazione dei migranti a fini politici, una tendenza che deve essere invertita», affermano. La notizia, riportata dal Playbook di Politico, è confermata dall’Esecutivo comunitario, che «risponderà a tempo debito e affronterà la questione alla videoconferenza dei ministri dell’Interno di mercoledì 18 agosto».
La missiva, datata 9 agosto, è firmata dai responsabili di Austria, Belgio, Cipro, Repubblica Ceca, Germania, Danimarca, Grecia, Lituania e Olanda. Meraviglia che l’abbia firmata il ministro lituano, visto che è proprio la Lituania al centro delle recenti polemiche. La missiva è indirizzata al vicepresidente della Commissione, Margaritis Schinas, alla commissaria agli Affari interni, Ylva Johansson, e a quello all’Allargamento, Olivier Varhely, oltre che alla presidenza slovena.
«Mentre accogliamo con grande favore gli sforzi della Commissione europea in reazione al tentativo più recente (quello della Lituania ndr)- scrivono – crediamo fortemente che occorra assicurare che questa tendenza sia invertita. Le strumentalizzazioni dei migranti vengono definite tattiche ed una nuova tendenza nella geopolitica».
Nel frattempo la Ue approva la linea lituana contro l’immigrazione proveniente dalla Bielorussia, si dice favorevole perfino alla creazione di un muro di confine con la Bielorussia, accorda un sussidio di 36,7 milioni e approva misure di contrasto alle Ong e di possibili respingimenti. Mentre per l’Italia niente sussidi, accoglienza a go go per tutti i clandestini, nessuna redistribuzione, no a regole limitative degli arrivi.
Una situazione che nasce da posizioni evidentemente tutte politiche. La Ue e in particolare la Presidente von der Leyen, ha iniziato una crociata contro la Bielorussia e quindi ha urgente necessità non solo di un appoggio politico degli stati confinanti, ma anche di una testa di ponte, di un ariete che attacchi la Bielorussia. Lo ha trovato nella Lituania e quindi ogni favoritismo le è dovuto.
Mentre vengono ignorate le pressanti e giuste richieste dell’Italia di Lamorgese e Draghi, che vive un’emergenza siciliana e nazionale molto più acuta, non solo per la sicurezza minacciata dall’arrivo di decine di migliaia di clandestini, ma soprattutto perché una buona parte di questi sono positivi al Covid e potrebbero estendere ancor più i contagi fra la nostra popolazione.
Sono tutti elementi di riflessione sul nostro ruolo all’interno dell’Ue, vista la strana situazione per la quale commentatori esterni ritengono che Draghi abbia assunto una grande autorevolezza come guida dell’Unione, anche se i risultati, almeno in tema di migranti, sembrano dimostrare esattamente il contrario, da tempo immemorabile contiamo meno del due di briscola.
Paolo Padoin