L’ex presidente afgano Ashraf Ghani, dall’esilio negli Emirati Arabi parla per la prima volta dopo la fuga da Kabul. Afferma di essere stato costretto ad andarsene per evitare un bagno di sangue e nega si essersi imbarcato su un aereo con le valigie piene di soldi, 169 milioni di dollari, secondo l’accusa dall’ambasciatore dell’Afghanistan in Tagikistan, Mohammad Zahir Aghbar.
«Attualmente – ha spiegato Ghani – sono negli Emirati Arabi Uniti per evitare disastri. Sono in consultazione con altri fino a quando non potrò tornare in modo da poter continuare i miei sforzi per la giustizia per gli afgani». Nelle ore precedenti, un comunicato da Abu Dhabi aveva affermato che il Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale può confermare che gli Emirati Arabi Uniti hanno accolto il presidente Ashraf Ghani e la sua famiglia nel paese per motivi umanitari.
L’ex presidente è scappato dal paese domenica mentre i talebani prendevano la capitale Kabul, suggellando così la rapida vittoria degli insorti e il ritorno al potere nel Paese dopo due decenni. I media avevano prima parlato di una fuga in Tagikistan, successivamente smentita dal governo tagiko. Poi è stato segnalato in Uzbekistan, mentre altre voci hanno riferito del suo arrivo in Oman o persino in viaggio verso gli Usa, dove ha vissuto e lavorato per anni. E dove vive sua figlia, Mariam Ghani, che fa l’artista a New York. Ma l’ipotesi dell’ex presidente Ghani negli Stati Uniti è sfumata quando oggi è arrivata la conferma ufficiale della sua presenza negli Emirati. Nel messaggio, Ghani ha detto di aver dovuto lasciare l’Afghanistan perché costretto dai suoi servizi di sicurezza, lasciando dietro di sé i suoi principali beni e documenti riservati.
Poi ha affermato: «Sostengo l’iniziativa governativa dei negoziati in corso con Abdullah Abdullah e l’ex presidente Hamid Karzai. Voglio il successo di questo processo». L’ex capo di stato ha inoltre affermato che dice il falso chi lo accusa di essere fuggito con valigie di denaro, sostenendo che fa tutto parte di un piano per diffamarlo. Poi ha ribadito di aver dovuto lasciare il Paese perché se fosse rimasto, avrebbe assistito a spargimenti di sangue a Kabul. E ancora, se non avesse lasciato il Paese sarebbe stato giustiziato, sulla base di un piano segreto.
«Non avevo paura della morte – ha detto – ma sono stato costretto ad andarmene per evitare spargimenti di sangue nella città e per proteggere Kabul dalla distruzione». Ma in tanti non hanno creduto a un gesto altruista dell’ex capo di stato, che da giorni è travolto alle critiche per aver abbandonato per primo il Paese, per non essere rimasto fino alla fine come ci si aspetta dal leader, anche di fronte alla più grave sconfitta. Una figuraccia sfruttata dall’ex presidente Hamid Karzai, che si è ripreso la scena segnalando immediatamente che lui e la sua famiglia sarebbero rimasti a Kabul, insieme al popolo afgano. E che in queste ore sta negoziando con i talebani per creare un governo inclusivo, secondo quanto riferito da fonti informate.
Ernesto Giusti