Nella conferenza stampa al termine del Consiglio ei ministri il premier ha fatto ilo punto della situazione covid-19 in Italia e dei provvedimenti del governo.
Ha detto che la campagna vaccinale italiana prosegue spedita: «Sono fiducioso che raggiungeremo l’obiettivo dell’80 per cento di popolazione vaccinata entro fine settembre. Già oggi siamo al 70 per cento completamente vaccinato».
Draghi ha anche espresso solidarietà piena a tutti coloro che sono stati oggetto di violenza da parte dei no vax, una violenza particolarmente odiosa e vigliacca quando fatta nei confronti di chi fa formazione e di chi è in prima linea a combattere la pandemia.
Il premier ha poi aperto all’obbligo vaccinale. A chi gli ha chiesto se si arriverà all’obbligo vaccinale e se, Ema e Aifa permettendo, ci sarà la terza dose del vaccino anti-Covid, Draghi ha risposto sì ad entrambe le domande.
Scuola e green pass
Riguardo al nuovo anno scolastico che sta per iniziare, Draghi ha affermato che la scuola in presenza è sempre stata una priorità del governo, sottolineando che il 91,5% degli insegnanti ha ricevuto almeno una dose di vaccino. La campagna vaccinale – ha detto – è stata abbracciata con grande entusiasmo dai giovani, l’adesione massiccia dei giovani e la copertura estesa a livello nazionale ci permette di affrontare con una certa tranquillità e con minore incertezza dell’anno scorso l’apertura delle scuole.
Parlando del green pass, il premier ha osservato che quest’estate non abbiamo passeggiato. L’applicazione del green pass mi pare stia andando bene. Sui trasporti ci saranno sempre dei casi di foto di mezzi pieni, ma in generale la preparazione è stata ben fatta.
Draghi ha poi annunciato che l’uso del green pass verrà esteso. Il ministro Speranza e io ne stiamo discutendo, ha detto, dovremo decidere esattamente quali sono i settori e quali passi, faremo una cabina di regia come ha chiesto il senatore Salvini, ma la direzione è quella. La discussione sull’estensione del green pass, ha precisato, non è sul se, ma a chi.
Spazio anche all’economia e al tema delle riforme strutturali. Draghi ha spiegato che sulle riforme il governo ha un’agenda molto fitta, dalla concorrenza alla giustizia. Poi dovremo affrontare il problema fondamentale delle politiche attive del lavoro. È prevedibile che molti settori dovranno ristrutturarsi.
Sulla ripresa economica, «come sapete l’economia continua a crescere anche molto più delle aspettative, ma non credo valga la pena compiacersi troppo di queste cifre. Sono alte – ha avvertito – ma è anche vero che siamo caduti in una maniera che non si vedeva da decenni, in Italia nel 2020: è in parte un grande rimbalzo che sta accadendo in tutti i Paesi. La vera sfida – ha osservato – sarà riuscire a mantenere il tasso di crescita considerevolmente più elevato di quanto fosse prima della pandemia, è lì che si vede la capacità dell’economia italiana di diventare strutturalmente più solida. Intanto vediamo buone notizie».
Afghanistan e talebani
Sulla situazione in Afghanistan, il premier ha detto che «ci sono moltissime riflessioni da fare per tirare le coordinate del futuro. Oggi è soprattutto sul futuro immediato che dobbiamo impegnarci al massimo per aiutare gli afghani. Ringrazio – ha aggiunto – tutte le forze militari e tutto il comparto difesa degli Esteri per la straordinaria opera di evacuazione che hanno fatto” e che conta “ad oggi 5mila soggetti in via di ricollocazione in Italia. L’Ue indubbiamente è stata abbastanza assente, su certi piani, perché non organizzata. C’è molto da fare. La fuga e il salvataggio degli afghani ha ancora una volta dimostrato la povertà dell’Ue per quanto riguardo la gestione delle migrazioni».
Draghi ha poi attaccato i Paesi che non vogliono accogliere rifugiati: “Davanti a quella tragedia immane ci sono Paesi che hanno detto: ‘non vogliamo rifugiati’. Non so se ricordate. Ma come si fa?”.