Tra un mese, l’8 e il 9 ottobre, nella Repubblica ceca, si terranno le elezioni parlamentari e, come i sondaggi di agosto delle note agenzie Stem e Kantar, anche il recente rilevamento dell’istituto demoscopico Median vede affermarsi il movimento Ano (Azione del cittadino scontento) del premier Andrej Babis, in testa con il 27% dei consensi. Segue la coalizione dei conservatori Spolu (Insieme) formata dal Top 09, dai Civici democratici (Ods) e dai cristiani democratici (Kdu-Csl) con il 21% e la coalizioni dei liberali, Pirati e il Movimento dei sindaci e indipendenti (Stan) con il 20,5%. Crescono le preferenze degli estremisti della Libertà e democrazia diretta (Spd) di Tomio Okamura (il 9%), in calo invece i comunisti (Kscm) con il 6% dei consensi e i democratici sociali (Cssd), l’attuale partner di governo del movimento Ano di Babis, che con il 4,5% dei consensi non supererebbe la soglia del 5%, obbligatoria per entrare in Parlamento. Stem e Focus hanno poi rilevato che, a oltre 30 anni dalla Rivoluzione di velluto che nel 1989 ha fatto cadere il comunismo nel Paese, per un ceco su quattro il regime comunista sarebbe più accettabile di quello democratico di oggi.