Sarebbe decaduta l’accusa di terrorismo, ma permane quella di false notizie diffuse sia in Egitto che all’estero: questo il reato che domani i giudici del tribunale di Mansoura contesteranno a Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’Università di Bologna rinchiuso dal febbraio 2020 in un carcere di massima sicurezza del Cairo. Amnesty Italia condanna la decisione e afferma: «come si temeva, dopo un anno e sette mesi di detenzione preventiva, Patrick Zaki va a processo. La prima udienza e’ prevista oggi, 14 settembre. Gli e’ contestato uno scritto del 2019 in difesa della minoranza copta». Lo rende noto su Twitter Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, che da sempre si batte in favore dello studente egiziano.
Naturalmente anche il Pd scende in campo per difendere lo studente egiziano: «Le preoccupazioni e i timori erano,
purtroppo, fondati. La tortura di Patrick continua, oggi una escalation che ci trova ancora più determinati a lottare al fianco di questo ragazzo, cittadino italiano, prigioniero e sequestrato in un incubo». Così Filippo Sensi del Pd su twitter.
«Non mancherà un solo istante, un solo istante, la nostra determinazione per la liberazione di Patrick Zaki dalla sua assurda prigione. Sii forte, ragazzo, come sei stato finora, se possibile. Comincia il processo. Continueremo a chiedere al governo di fare ogni sforzo, ogni, per far tornare Patrick a Bologna, ai suoi studi. Finora troppo silenzio, troppa attesa, troppo poco. Troppo poco. Le istituzioni europee e internazionali alzino ulteriormente il livello
di attenzione #FreePatrickZaki», conclude il deputato dem.