Attaccato dalla destra, il ministro dell’interno si giustifica come può (onestamente, si arrampica sugli specchi)). «Abbiamo escluso la pista terroristica. Su questo abbiamo certezza». Lo ha detto la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, al termine del comitato per la sicurezza a cui ha partecipato a Rimini dopo il ferimento a coltellate, sabato sera, di cinque persone da parte di un somalo.
«Mentre avveniva questo episodio e noi lo seguivamo da Roma, le polizie europee erano in collegamento tra di loro per avere certezza di questo dato, di quest’elemento importante», ha spiegato, definendo quanto successo sabato «un gravissimo episodio criminale. Ieri ho manifestato la voglia di venire qui per dimostrare la vicinanza delle istituzioni e del ministro», ha detto la ministra degli interni Luciana Lamorgese parlando coi cronisti a Rimini, dopo gli accoltellamenti di sabato, per i quali è in carcere un 26enne somalo.
«E’ con me il capo della polizia: abbiamo fatto un punto di situazione con il sindaco, con il quale ci siamo sentiti anche ieri sera per manifestare la nostra vicinanza a questo territorio che si è visto davvero offeso da un gravissimo episodio criminale. E’ stato un episodio che certamente non doveva capitare, ma che poteva capitare in qualunque parte d’Italia o d’Europa, perché era una persona evidentemente disturbata. Si stanno facendo tutti gli accertamenti del caso da un punto di vista psichiatrico. Il lato positivo è che le vittime non sono più in pericolo di vita e questo è l’elemento più importante. Un episodio criminale dovuto a un cittadino somalo che era in giro in Europa da vari anni, dal 2015. E’ andato in Svezia, Danimarca, Austria, Germania e in ultima sede in Svizzera. Regolarmente ha proposto la domanda di protezione internazionale». Il che conferma l’inefficacia dell’azione preventiva non solo del ministero, ma anche dell’intelligence dell’intera Europa.