E’ stato presidente presidente vicario, Alessandro Nencini, e ora ha assunto ufficialmente la carica di presidente della Corte d’Appello di Firenze. La sua predecessora è Margherita Cassano, diventata presidente aggiunto della Corte di Cassazione. Nencini, nato il 20 agosto 1955, entrò in magistratura il 12 novembre 1981. Dal 1989 al 1996 sostituto procuratore della Repubblica presso la procura circondariale di Firenze, dal 1996 al 2001 sostituto procuratore della Repubblica presso la Procura di Firenze. Dal 2012 al 2020 è Presidente della 1° Sezione penale della Corte d’Appello di Firenze. Dopo aver preso le redini della Corte d’Appello come vicario, con la nomina di Margherita Cassano al vertice della Cassazione, Nencini è diventato, da ieri 27 settembre 2021, presidente della Corte d’Appello di Firenze.
Subito dopo l’ufficializzazione della nomina, Nencini ha rilasciato una lunga dichiarazione sulla riforma del processo, nella quale si legge: «La riforma che si delinea è epocale per la giurisdizione italiana perché cambierà il modo di lavorare del giudice sia civile che penale e cambierà il rapporto fra il giudice e la giurisdizione – Dopo un’esperienza di oltre 40 anni in magistratura, tutte le riforme che ho visto nel passato si muovevano nella logica della riforma a costo zero e si basavano soltanto su aggiustamenti legislativi. Queste riforme hanno avuto il respiro corto, questa volta, invece, diciamo che grazie anche all’impegno finanziario che l’Europa ha destinato al nostro Paese ci sono risorse che possono essere impiegate per un ripensamento della giurisdizione. Ma non basterà perché occorreranno idee chiare e una volontà politica precisa – fa notare il presidente della Corte d’Appello – Non bisogna dimenticare che, se i processi in Italia durano più che in Germania o in Spagna (e i giudici italiani sono fra i più produttivi e la qualità dei provvedimenti è eccellente), il problema sta nel fatto che abbiamo costruito negli anni una serie di procedure che, nell’ottica di un’accentuata garanzia di tutti gli aspetti processuali, ha portato a una elefantizzazione del procedimento che richiede tempi molto lunghi. Per una effettiva riduzione dei tempi dei processi in questo Paese occorreranno risorse da investire e scelte precise da parte legislatore sui meccanismi processuali. Si dovrà abbandonare qualche illusione come, ad esempio, quella di poter avere 3 gradi di giurisdizione piena per tutti, che nessun Paese moderno riesce a garantire. Dovranno essere privilegiate altre esigenze, altre priorità quali il rapporto fra il prodotto giustizia e la spesa. Dovranno, perciò, essere fatte delle scelte da parte della politica: non bastano le risorse, le riforme devono essere volute e pensate da chi ha l’obbligo e l’onore di rappresentare l’elettorato italiano».
E ancora: «In questo distretto mi hanno preceduto dei grandi presidenti di Corte – ricorda Nencini – La Corte ha sopportato l’impatto della pandemia nel 2020 sostanzialmente non azzerando la risposta di giustizia. La giurisdizione è sempre andata avanti nonostante le difficoltà dovute all’emergenza sanitaria, grazie al lavoro dei magistrati e del personale amministrativo che ha dato veramente tutto quello che poteva per mandare avanti la giurisdizione. Quindi un grazie particolare a loro e un grazie ai colleghi che si sono impegnati in questo anno difficile e, che so, si impegneranno anche nella riforma del processo perché noi abbiamo a disposizione delle energie molto importanti. Il mio ringraziamento va anche a chi ci ha supportato dall’esterno, alle Istituzioni pubbliche anche rappresentative e territoriali. La Toscana è una regione virtuosa da questo punto di vista, quest’anno abbiamo elaborato una serie di protocolli che abbracciano tutto l’ambito della vita civile e credo che si debba continuare su questo percorso. Qualunque riforma ha bisogno di una condivisione di fondo, è, perciò, mia intenzione coinvolgere tutti i soggetti istituzionali nelle scelte che la Corte d’appello farà da qui ai prossimi 3/4 anni».