Profughi e sfollati nel mondo superano i 100 milioni, non solo per guerre

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L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) ha diffuso un dato senza precedenti: le persone che sono state costrette a fuggire per colpa di conflitti, violenze, violazioni e persecuzioni sono, per la prima volta, più di 100 milioni. Circa l’1 per cento della popolazione mondiale si trova in condizioni di sfollamento forzato, secondo i dati dell’Unhcr. E aumentano gli sfollati per disastri naturali dovuti ai cambiamenti climatici.
Tutti gli occhi sono puntati sulla guerra e sui rifugiati in fuga dall’Ucraina, ma in altre zone del mondo ci sono situazioni ben peggiori senza che l’Occidente se ne accorga, visto che si tratta di vcende lontane dai nostri territori.

Secondo il Global report on internal displacement (Grid) 2022, infatti, a fine 2021 nel mondo c’erano 59,1 milioni di sfollati interni, il dato più alto mai registrato. Di questi, 53,2 milioni sono stati costretti ad abbandonare la propria dimora per via di conflitti e violenze, mentre i restanti 5,9 milioni sono sfollati a causa di disastri naturali, concentrati in pochi paesi del mondo.

La situazione potrebbe cambiare nei prossimi anni: secondo le previsioni, la maggior parte degli sfollati e dei rifugiati risulterà in futuro costretta a spostarsi a causa di eventi naturali o climatici avversi. Solo negli ultimi cinque anni, dal 2017 al 2021, nel complesso oltre 115 milioni di persone sono state costrette a fuggire per colpa di disastri naturali. Il picco è stato raggiunto nel 2020, con oltre 30 milioni di persone fuggite per questa causa.
È anche importante considerare che il 95 per cento degli spostamenti di persone avvenuti nel 2020 a causa di conflitti e violenze si sono registrati in paesi vulnerabili al cambiamento climatico.

Per risolvere il problema dei rifugiati e degli sfollati interni, non basta quindi intervenire perun solo caso, come stanno facendo Ue e Usa, perché da quanto detto non basterà più evitare i conflitti, ma si dovrà anche imparare a convivere in maniera più sostenibile con il nostro pianeta, come più volte ha ripetuto Papa Francesco, sulla scia delle manifestazioni dei seguaci di Greta.

Si sta già realizzando un progetto per potenziare la transizione ecologica e la riduzione dell’impatto dell’attività umana sul pianeta. Si tratta di soluzioni utili, ma che richiederanno tempi di anni. E dopo aver perso decenni senza alcun provvedimento le Autorità mondiali sono già in ritardo, come ricordano le manifestazioni dei giovani di Friday for future.

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