ROMA – Le proteste del Pd toscano hanno avuto effetto. Enrico Letta, ha proposto a Stefano Ceccanti, costituzionalista e deputato uscente, di candidarsi alla Camera nel collegio uninominale di Pisa, dopo la rinuncia di Fratoianni, che sarà capolista di Verdi-Si nel proporzionale in Toscana. Si registra anche un nuovo caso per le liste del Pd. La viceministra dell’Economia, Laura Castelli, ha rifiutato la candidatura nel collegio uninominale di Novara e annuncia che correrà solo nelle liste plurinominali di Impegno Civico collegate ai Dem. Intanto l’ex ministro Giulio Tremonti, annuncia la sua candidatura per Fratelli d’Italia.
Mentre il leader M5s, Giuseppe Conte, prima apre ad un governo col il Pd, ma poi fa retromarcia. "In politica pensare di governare da soli, io me lo auguro, è improbabile. Una prospettiva di lavorare domani con altre forze politiche come il Pd ci può stare. Però dico al Pd e ai nostri elettori: le delusioni maturate ci rendono ancora più prudenti e intransigenti. D’ora in poi noi ci siederemo a un tavolo con condizioni più chiare del passato, declinando principi politici ancora più elevati e ambiziosi e non cederemo su nulla", afferma Conte ospite di "Mezz’ora in più", su Rai 3.
Poi la marcia indietro: "Mi sembra evidente, peraltro, che ad oggi il Pd abbia preso un’altra strada rispetto alla nostra e alle priorità di governo che abbiamo condiviso nel Conte II – scrive su Twitter -. Nelle condizioni attuali con i vertici nazionali del Pd folgorati dell’agenda Draghi non potremmo nemmeno sederci al tavolo. E noi i nostri valori, le nostre battaglie, non li svendiamo. Lo abbiamo già dimostrato, senza paura di pagarne il prezzo".
Ernesto Giusti