Fin dall’inizio della guerra in Ucraina il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, definito sbrigativamente “autocrate” dai governi europei, è stato il solo che ha tentato, con qualche successo , di mettere d’accordo le parti, Putin da un lato, Zelensky, von der Leyen e Biden dall’altro, che non hanno manifestato mai particolari volontà di arrivare a una tregua o addirittura alla pace.
Dopo il recente incontro di Samarcanda proprio Erdogan manifesta adesso le sue sensazioni rispetto alle intenzioni di Putin, e afferma: “‘In Uzbekistan, mi sono incontrato con il presidente Putin e abbiamo avuto discussioni molto approfondite con lui. E mi sta dimostrando che è disposto a porre fine a questa situazione il prima possibile. Questa è stata la mia impressione, perché il modo in cui si stanno svolgendo le cose ora è’ piuttosto problematico; 200 ostaggi saranno scambiati in seguito a un accordo tra le parti. Penso che si farà un passo avanti significativo”.
Cosi’ il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, in un’intervista alla tv americana Pbs, ripresa dal Guardian aggiungendo che il suo obiettivo ‘e’ porre fine a questa battaglia con la pace’. Occorrerà mettere d’accordo le parti sulle condizioni per la trattativa e per la loro conclusione, tema sul quale le parti sembrano ancora abbastanza lontane dalla conclusione positiva.
Speriamo che le impressioni di Erdogan siano fondate e che si possa arrivare finalmente a una tregua e poi a una pace giusta, come chiede da sempre, vox clamans in deserto, Papa Francesco.
LUGANSK – Intento però continuano da entrambe le parti le operazioni belliche. I filorussi del Lugansk segnalano che sette persone, tra cui tre bambini, sono rimaste uccise in un bombardamento di artiglieria “da parte delle forze armate ucraine dell’insediamento di Krasnorechenskoye nel distretto di Kremensky”.