Terremoto, ricostruzione: Renzi va a casa dell’Archistar Renzo Piano, ma dovrebbe imparare dal Giappone

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terremoto-Subito dopo i funerali di Ascoli Piceno il premier Renzi si è recato di gran fretta a Genova nello studio del famoso architetto Renzo Piano, che aveva affrontato i nodi della ricostruzione post-terremoto proponendo un nuovo approccio: cantieri «leggeri» anche se più duraturi, niente deportazioni per la popolazione dei luoghi colpiti, lavoro di precisione e recupero degli edifici danneggiati. E, in un secondo tempo, un grande piano di incentivi per i privati e interventi sui palazzi pubblici (scuole, ospedali), per la messa in sicurezza del territorio. Si profila così un incarico milionario per un piano faraonico. Ma il premier dovrebbe piuttosto copiare da chi i terremoti li conosce bene e ha da tempo imparato a prevenirne o alleviarne la forza distruttrice, i giapponesi.

GIAPPONE – Con il 20% delle scosse superiori o pari a magnitudo 6 registrate ogni anno a livello mondiale e una media di 300 scosse al giorno, il Giappone s”è dotato di una delle normative più all”avanguardia sulle costruzioni capaci di resistere ai terremoti più forti. L’obiettivo è portare la quota di abitazioni antisismiche in grado di assorbire le scosse più forti della scala di misurazione nipponica di 7 gradi massimi, tarata rispetto alla Richter sui tremolii di superficie, al 90% anche grazie ai lavori in programma per le Olimpiadi di Tokyo 2020, tramite incentivi fiscali per le ristrutturazioni e altre misure.

In base agli ultimi dati, gli edifici a norma sfiorano l’80%, mentre sono circa 10.000 le scuole che richiederebbero interventi specifici. Il segreto, per gli edifici più alti, è nel cemento armato “flessibile” in grado di assorbire torsioni e spinte che sta modificando l’aspetto della capitale, con palazzi sempre più alti, fino alla Tokyo Skytree, la torre più alta al mondo di trasmissione tv che supera i 600 metri. Le tecniche messe a punto prevedono veri e propri carrelli sotto le fondamenta che neutralizzano le scosse. In generale, i grandi edifici di Tokyo hanno uno scheletro fatto di acciaio temperato flessibile e leggero caratterizzandosi pure per l’uso di laterizi ridotti al minimo. Non esistono edifici attaccati gli uni agli altri, sia perché i lotti dei terreni sono venduti singolarmente e le case costruite e demolite di solito ogni 40 anni (soprattutto le monofamiliari) sia per motivi di sicurezza: molte case in legno (nel rispetto della più antica tecnica artigiana e antisismica nipponica) sono costruite con complessi scheletri molto robusti e flessibili. La distanza minima tra gli edifici è di 50 centimetri, anche per diminuire i rischi di incendi a catena che seguono i terremoti. Per le scosse molto forti, l”erogazione del gas e di altre utenze è bloccata in automatico.

 

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