Il braccio di ferro tra Stato e Regioni sulle competenze legislative ha registrato di nuovo un balzo in avanti: l’anno scorso, scrive il Sole 24 Ore oggi in edicola, davanti alla Corte costituzionale sono arrivati 110 ricorsi (dati aggiornati al 15 agosto 2016), contro i 93 del 2014. Dovrebbe essere, però, l’ultimo atto di un contenzioso che va avanti da 15 anni. Tutto dipenderà dall’esito del referendum d’autunno sulla riforma costituzionale, che segna la fine del bicameralismo perfetto e rivede il Titolo V della Carta, ridistribuendo le competenze legislative tra Stato e Regioni.
E’ la Toscana la Regione che più volte ha condotto lo Stato davanti alla Corte costituzionale: sono stati presentati 82 ricorsi (che hanno dato origine a 127 sentenze, di cui 64 di illegittimità), seguita dalla provincia autonomia di Trento (64 cause, con 75 verdetti, 33 dei quali di illegittimità) e dal Veneto (51 ricorsi, 108 sentenze, di cui 41 di illegittimità).
La Toscana si è trovata spesso anche sul “banco degli imputati” (terzo posto in Italia dopo Abruzzo e Puglia), perché è stata chiamata 59 volte dal Governo a rendere conto di “sconfinamenti” nelle materie di competenza statale, contenzioso che ha generato 56 sentenze, di cui 27 di illegittimità.
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