L’avvio dell’anno scolastico si presenta all’insegna del consueto caos. Gran parte dei professori sta ultimando gli scatoloni per il trasloco lontano da casa, molti stanno proponendo o hanno proposto ricorso contro bocciatura o assegnazione, è alle viste la seconda prova del concorsone. Sì perché un docente su due è stato bocciato agli scritti, ma ancora mancano gli orali. Il tutto si dovrebbe concludere entro il 15 settembre, ma per ora l’unica certezza è che alla prima campanella mancheranno all’appello insegnanti, supplenti, personale scolastico, e in alcune Regioni non bastano i presidi: in Emilia Romagna un istituto su quattro è ancora senza. Secondo le prime stime, almeno 90mila posti sui 600mila di ruolo saranno assegnati a supplenti.
Per ovviare a queste carenze, con la riforma della Buona Scuola i dirigenti scolastici hanno la possibilità della «chiamata diretta» dei docenti. Una volta individuati i ruoli vacanti, con un avviso i dirigenti scolastici possono cercare gli insegnanti secondo loro più adatti. Le assunzioni previste per quest’anno erano 32mila, metà dalle graduatorie, metà per i vincitori del concorso. A oggi oltre 300 commissioni su 800 non hanno completato la correzione degli scritti. Secondo l’analisi della rivista «Tuttoscuola», tra i 71.488 candidati già esaminati, solo 32.036 sono stati promossi. Più della metà non ce l’ha fatta. In Lombardia gli ammessi all’orale sono circa il 30 per cento, in Toscana il 45 per cento, in Piemonte più del 50 per cento.
Quanto ai trasferimenti determinati dal famoso algoritmo, contestatissimo, solo in Campania le liti in corso tra insegnanti che non si vogliono trasferire e il Ministero sono 4mila. Sempre secondo i dati di «Tuttoscuola», nella scuola primaria sono stati trasferiti in una regione diversa dalla propria circa il 65 per cento degli insegnanti, il 54 per cento per le secondarie di primo grado e il 44 per cento per il secondo grado. E per molti di questi, signore con famiglia, sarà molto difficile accettare il trasferimento.