La categoria dei magistrati si schiera contro l’abolizione o la riduzione di quegli strumenti che in questi anni hanno consentito alle toghe di intervenire nei confronti dei politici, in particolare le intercettazioni e il delitto d’abuso d’ufficio.
Giuseppe Santalucia, presidente dell’Anm, in una intervista a La Repubblica ha dichiarato: “Sarebbe un errore eliminare l’abuso d’ufficio, un reato che è già stato riscritto nel 2020 in modo da eliminare applicazioni generalizzate. Eliminarlo come vuole Nordio significherebbe rinunciare a colpire casi di abusi che meritano comunque una punizione perché si sono verificati comportamenti che violano specifiche norme di legge”. Peraltro, nella maggior parte dei casi, nel 2021 le inchieste aperte dalle procure sono state archiviate.
Il presidente parla anche delle intercettazioni: “sono uno strumento importante di contrasto di fronte a reati gravi quando non vi sono testimoni o comunque soggetti disposti a collaborare e lasciarle come dice il Guardasigilli, solo per mafia e terrorismo sarebbe un errore perché sguarnirebbe l’azione di contrasto verso altri delitti comunque gravi. Pure la microspia Trojan è uno strumento da usare con particolare cautela e con elevati tassi di professionalità. Detto questo, resta indispensabile per accertare alcuni reati maturati in contesti di sostanziale omertà”.