Violenza e stalking: chiamare il 1522. Numero gratuito, 24 ore su 24. Risponde in 11 lingue

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La presidente del consiglio, Giorgia Meloni, chiede alle donne vittime di violenza di andare a testimoniare nelle scuole. L’omicidio di Giulia Tramontano e le altre violenze, per mano di chi, da stalker diventa assassino, hanno traumatizzato l’Italia negli ultimi giorni e perfino nelle ultime ore. Non tutti sanno che, in caso di pericolo, ci si può rivolgere al 1522, numero nazionale antiviolenza e antistalking promosso nel 2006 dalla Presidenza del Consiglio dei ministri-Dipartimento per le Pari Opportunità. Numero gestito dal 2020 da "Differenza Donna", associazione con sede operativa in un appartamento di Roma confiscato alla criminalità.

Tra chiamate e messaggi via chat, il 1522 raggiunge in media 150 contatti al giorno. Provengono da tutta Italia, non c’è distinzione territoriale né sociale e le vittime di violenze hanno le età e le situazioni più varie. A chiamare sono in prima persona le donne che subiscono violenze o stalking; ma spesso sono familiari, vicini di casa allarmati dalle liti, amici e colleghi, insegnanti e educatori che hanno bisogno di capire come comportarsi, anche operatori sanitari e delle forze dell’ordine. In alcuni casi a contattare il 1522, come per Telefono Azzurro, sono i bambini, i figli che assistono o sono anch’essi vittime della violenza domestica.

Il numero è gratuito, attivo 24 ore su 24, tutto l’anno.

A rispondere, in 11 lingue, ci sono operatrici specializzate, mediatrici culturali, avvocate, anche un’esperta di disabilità, perché la violenza colpisce tutte, con un sommerso enorme, ma colpisce in modo spietato le fasce più deboli. Le chiamate tutelano la privacy, avvengono in forma anonima e non sono registrate. Non si risponde con un protocollo fisso ma ogni donna viene consigliata per quella che è la sua situazione.

“Il 1522 non è un numero solo per le emergenze, che pure ci capitano spesso, ma anche un luogo di ascolto dove la donna viene creduta”, spiega Spiotta. L’obiettivo è innanzitutto accogliere le donne, far emergere in loro la consapevolezza che quello che raccontano spesso non è solo una lite. Perché a volte è difficile anche dare un nome alla violenza, che può assumere aspetti diversi: violenza fisica, sessuale, psicologica, economica, digitale.

Spesso la chiamata al 1522 è il primo passo con cui la donna chiede aiuto. Dunque il lavoro delle operatrici, nel tempo di una telefonata, è quello di instaurare un legame, supportare e spesso indirizzare verso i Centri antiviolenza vicini. Mai come in questo caso una telefonata può cambiare un destino.

Gilda Giusti

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