Titanic: tutte le falle del sommergibile imploso con 5 persone a bordo. Oltre 6 milioni il costo delle ricerche

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Dopo la tragedia le polemiche. A cominciare dalla spese per le ricerche: 6 milioni e 500 mila euro, fa sapere la Guardia Costiera. Ma soprattutto il design e il materiale usato per il sommergibile Titan sono stati criticati già prima dell’ultimo, maledetto viaggio al Titanic.

Secondo gli esperti, il problema del sottomarino era la fibra di carbonio usata: il materiale è relativamente nuovo in termini di utilizzo nelle spedizioni a elevata profondità, dove l’alluminio e il titanio sono privilegiati per in grado di sopportare meglio la pressione.

La fibra di carbonio non è invece in grado di farlo e, a fronte dell’elevata pressione, rischia di deformarsi fino a causare l’implosione. OceanGate – proseguono gli esperti con il Washington Post – non avrebbe poi dovuto aggirare il processo di ispezione da parte di agenzie indipendenti, che non è obbligatorio per legge ma è seguito da veicoli simili nella comunità dei sommergibili.

Nel mirino delle critiche ci sono la struttura del sommergibile, operato tramite un controller per videogame Logitech F710, la mancanza di controlli sulla sicurezza ma anche i ritardi nel lanciare l’allarme una volta persi i contatti. Il Titan, così come i veicoli simili, era soggetto ad una supervisione regolamentare molto limitata e questo – secondo i critici – ha aperto la strada a scorciatoie in termini di sicurezza da parte della società. Viaggiare sul sommergibile di OceanGate era "un’operazione kamikaze", ha raccontato Arthur Loibl, il 61enne tedesco che due anni fa ha compiuto la stessa immersione.
Altri esperti ritengono che uno dei problemi del sottomarino fosse il suo ripetuto utilizzo: per la sua struttura era infatti adeguato alla traversata sott’acqua per un numero limitato di volte, non per immergersi spesso come invece ha fatto. I molteplici viaggi potrebbero infatti aver indebolito la struttura, causandone il catastrofico collasso.

E suonano ormai come un sinistro presagio le parole che l’amministratore delegato Rush aveva pronunciato in un podcast del 2022, quando aveva sostenuto che la sicurezza era un "puro spreco": "Se si vuole rimanere al sicuro non ci si deve alzare dal letto, non si deve entrare in macchina, non si deve fare niente". Il risultato stasera è sotto gli occhi del mondo. Inizierà a smobilitare parte del personale impegnato nella ricerca nelle prossime 24 ore. Al momento ci sono nove imbarcazioni nell’area delle ricerche.

Il rilevamento della Marina
Una "catastrofica implosione" che ha provocato la morte istantanea di tutti e cinque i passeggeri. Un sistema di rilevamento acustico top secret della Marina Usa progettato per individuare i sottomarini nemici l’aveva rilevata per primo, ore dopo che il sommergibile aveva iniziato la sua missione. Lo riferisce il Wall Street Journal citando dirigenti della difesa Usa.
La Us Navy si era messa in ascolto non appena lo scafo aveva perso le comunicazioni. Poco dopo la sua scomparsa, il sistema aveva rilevato quello che sospettava fosse il suono di un’implosione vicino al sito dei detriti scoperto oggi e aveva riferito le sue scoperte al comandante sul posto.
"La Marina degli Stati Uniti ha condotto un’analisi dei dati acustici e ha rilevato un’anomalia coerente con un’implosione o un’esplosione nelle vicinanze generali di dove stava operando il sommergibile Titan quando le comunicazioni sono state interrotte", ha dichiarato un alto dirigente della Marina degli Stati Uniti al Wall Street Journal in una nota. "Anche se non definitiva, questa informazione è stata immediatamente condivisa con il comandante preposto all’incidente per assistere la missione di ricerca e il salvataggio in corso", ha aggiunto. La Marina ha chiesto che il sistema specifico utilizzato non sia nominato, citando ragioni di sicurezza nazionale.

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Il costo delle ricerche
Le ricerche per il Titan potrebbero arrivare a costare più di 6,5 milioni di dollari. E’ una prima stima del conto dei quattro giorni di affannose ricerche condotte in primis dalla Guardia Costiera americane e da quella canadese, con l’aiuto di Francia e Regno Unito, per il sommergibile imploso sulle tracce del Titanic. Chi si farà carico del conto non è ancora chiaro, così come non è ancora certo se i cinque passeggeri avevano delle assicurazioni di viaggio o qualche forma di copertura assicurativa in caso di complicazione. E’ probabile comunque che a pagare le spese saranno i contribuenti. La Guardia Costiera americana, infatti, di solito non fa pagare ai privati le sue missioni di salvataggio.

Ernesto Giusti

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