Putin disarma la Wagner e commemora i soldati uccisi da Prigozhin nella “marcia interrotta”

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Putin era comunista quando c’era l’Unione Sovietica? Perchè, allora, ha paura degli spettri della rivoluzione d’ottonbre del 1917? Fa un elogio alla restaurazione nella culla della Russia, l’antica Piazza delle Cattedrali dentro il Cremlino – edificata da italiani – per dichiarare la vittoria dello Stato sugli ammutinati della Wagner. I possibili rivoluzionari sono stati fermati. Con pochi spari e qualche vittima nell’Esercito. Fa l’elogio, Putin, davanti a quelle forze, dall’esercito alla Guardia Nazionale, dai servizi d’intelligence al personale del ministero dell’Interno, che esalta per avere sventato la minaccia.

Sulla piazza anche Serghei Shoigu, il ministro della Difesa contro il quale era dichiaratamente diretta l’azione di forza del capo della Wagner, Yevgeny Prigozhin. Il potere di Putin, ha affermato il Cremlino, non esce "scosso" dagli ultimi eventi, come invece hanno sostenuto diversi leader occidentali. Dalle valutazioni di questi ultimi si è peraltro distanziato come al solito il primo ministro ungherese Viktor Orban che, in un’intervista ad un gruppo di media tedeschi, ha valutato come "un segno di forza" di Mosca il fatto che la crisi sia stata risolta in non più di 24 ore.

"Se qualcuno specula che Putin possa essere rimosso, allora non capisce il popolo russo e le strutture di potere russe", ha aggiunto Orban, il leader europeo più vicino a Mosca. Putin è tornato così a battere proprio sul tasto del sostegno popolare. Contro la rivolta, ha detto, si sono schierate "le organizzazioni pubbliche, le confessioni religiose, le principali formazioni politiche e praticamente l’intera società russa". Affermazioni in contrasto con quelle di Prigozhin, che si era vantato di essere stato accolto festosamente dalla popolazione di Rostov sul Don, la città occupata nel sud del Paese.

Alcuni testimoni, tra i quali un italiano residente in città, hanno tuttavia sostenuto che la gente ha applaudito quando le unità della Wagner se ne stavano andando, quindi in segno di rallegramento per la fine della crisi. Mosca continua intanto le operazioni che devono provare il ritorno alla normalità. Il ministero della Difesa ha detto che è iniziato il trasferimento delle armi pesanti della Wagner all’esercito regolare.

Ma il Cremlino, ha sottolineato Putin, intende mantenere anche gli impegni presi. Non solo garantendo il trasferimento in Bielorussia dei miliziani della Wagner che non vorranno mettersi alle dipendenze del ministero della Difesa, ma anche facendo archiviare il procedimento penale nei loro confronti per ribellione armata. La motivazione, ha spiegato il servizio d’intelligence interna (Fsb), è che i membri della compagnia di Prigozhin "hanno interrotto le azioni volte a commettere l’ammutinamento" quando sabato sera hanno fermato la marcia verso Mosca.

Putin, tuttavia, ha lasciato cadere un avvertimento apparentemente rivolto a Prigozhin per sconsigliarlo dall’intraprendere in futuro simili avventure. Il presidente ha sottolineato che nell’ultimo anno lo Stato ha finanziato la Wagner per un totale di 86 miliardi di rubli (circa un miliardo di euro). "Spero che nessuno abbia rubato nulla, ma saranno fatti i dovuti controlli", ha avvertito. Una messa in guardia niente male nei confronti di colui che ha fatto delle accuse di corruzione una delle principali armi della sua battaglia contro il ministero della Difesa.

Il presidente russo ha detto che se la ribellione fosse riuscita tutti i risultati ottenuti finora nel conflitto in Ucraina "sarebbero andati perduti". Ma per stroncarla non è stato necessario richiamare truppe dal fronte. La sicurezza interna, ha aggiunto, è stata garantita da unità del ministero della Difesa, personale del ministero dell’Interno e della Guardia Nazionale. E quest’ultimo corpo militare, che dipende direttamente dal Cremlino, verrà rafforzato con la fornitura di armi pesanti e carri armati, ha annunciato il suo comandante, Viktor Zolotov.

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Un segnale di come Putin sia impegnanto a consolidare il proprio controllo sul Paese. Tutto finito, dunque: questo il messaggio che arriva dall’interno delle mura del potere. Ma prima di dare il rompete le righe Putin ha voluto commemorare con un minuto di silenzio i morti che comunque ci sono stati nel fine settimana, anche se di loro non si è quasi parlato finora: gli equipaggi di un aereo e di alcuni elicotteri abbattuti dai miliziani di Prigozhin durante la marcia abortita su Mosca.

Ernesto Giusti

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