Sciopero aerei: sabato 15 a rischio più di mille voli nazionali e internazionali

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Oltre mille voli a rischio, nazionali e internazionali. Si preannuncia un giorno di passione per i viaggiatori che domani, 15 luglio 2023 dovranno prendere un aereo negli aeroporti italiani.

Il personale di terra degli aeroporti incrocia le braccia sabato 15 luglio, dalle 10 alle 18, insieme a piloti e cabin crew di Vueling e, dalle 12 alle 16, di Malta Air. Le compagnie mettono le mani avanti: Ita Airways blocca 133 voli, Wizz Air cancella tutti quelli da e per l’Italia, Ryanair annuncia possibili stop e ritardi. A rischio, oltre 270mila viaggiatori italiani, come rileva un’analisi di ItaliaRimborso.

Alla base della protesta del settore handling, che in Italia conta circa 15mila addetti, ci sono "condizioni e salari non dignitosi", poche tutele e una qualità della vita "non più accettabile" avevano spiegato Uilt, Filt Cgil, Fit Cisl e Uglt, quando proclamarono l’agitazione. Soprattutto, il contratto è scaduto da 7 anni. Lo ha ricordato oggi anche il leader della Cisl, Luigi Sbarra, a margine di un evento, sottolineando che da anni "è negato il diritto alla contrattazione nelle attività di handling dei servizi aeroportuali".

Dopo lo sciopero dei ferrovieri però anche sulla mobilitazione di domani si allunga l’ombra della precettazione. A chi gli chiede se intende fare il bis, il ministro ai Trasporti, Matteo Salvini, ha risposto soltanto: "Conto sul buon senso di tutti". Dai sindacati non sembra arrivare nessun ramoscello d’ulivo.

"L’unica precettazione che ci aspettiamo dal governo – ammonisce anzi Sbarra – è quella di obbligare le aziende a rinnovare i contratti e a rispettare le relazioni sindacali, perché solo in questo modo è possibile prevenire proteste e mobilitazioni".

Lo scorso mercoledì sera, Salvini aveva tentato una mediazione in extremis, subito dopo quella – fallita – con i sindacati del trasporto ferroviario. Ma anche quel secondo round non era andato a buon fine: la Uil trasporti non era riuscita a partecipare, perché la convocazione era arrivata a strettissimo giro e il Mit non aveva accettato la richiesta di partecipare in streaming, aveva spiegato il sindacato in una nota. In ogni caso, le altre sigle avevano confermato lo sciopero, giudicando insoddisfacenti le risposte arrivate da parte delle aziende chiamate al tavolo.

Ernesto Giusti

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