Corte dei Conti parifica bilancio della Regione. In rosso Fidi e Firenze Fiera. Rischi per acquisto Terme Montecatini e Casciana

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Bilancio della Regione parificato dalla sezione toscana della Corte dei Conti per l’esercizio 2022 con l’eccezione dei capitoli di spesa relativi all’ammortamento dei mutui contabilizzati nel perimetro sanitario per 46,9 milioni di euro e dei capitoli di spesa relativi all’incremento del fondo del salario accessorio 2022 del personale non dirigente per 2,08 milioni di euro.

All’udienza, aperta dalla requisitoria orale del procuratore regionale Massimo Chirieleison, hanno partecipato il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani e il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo. La gestione finanziaria della Regione nel 2022, secondo l’analisi dei giudici contabili, si chiude con un risultato di amministrazione formale che presenta "un saldo positivo di 533,9 milioni, in crescita rispetto ai valori, sempre positivi, registrati nel 2021 e nel 2020".

La parte disponibile invece, tenuto conto delle quote accantonate e vincolate, "rimane tuttavia in disavanzo di 1,3 miliardi di euro, con una riduzione di 172 milioni sul dato del precedente esercizio". Nella relazione presentata si evidenzia inoltre "anche nel 2022 il percorso di rientro dal disavanzo, nonostante si sia evidenziata la necessità di un riequilibrio della sua composizione interna tra il perimetro ordinario e perimetro sanitario", a cui la Regione ha già dato corso attraverso "un ingente trasferimento di liquidita’ dalla cassa ordinaria". Risulta, tuttavia, in crescita l’indebitamento a carico della Regione che raggiunge un’incidenza di 366 euro per abitante toscano.

Tuttavia, "nel 2022 si confermano le criticità già riscontrate negli esercizi precedenti relativamente alla gestione delle società partecipate. L’attivita’ di razionalizzazione delle partecipazioni societarie evidenzia l’incapacita’ della Regione di indirizzare in maniera incisiva l’operato delle società e di ottenere una inversione di tendenza sulla profonda crisi strutturale del settore".

I giudici contabili pongono l’accento "sulle forti perdite di esercizio" che caratterizzano Fidi Toscana, "che registra una perdita di 1,5 milioni di euro", e Firenze Fiera che "chiude con una perdita di 4,2 milioni". E la sezione regionale della Corte dei Conti aggiunge: "E’ da stigmatizzare il ricorso da parte della Regione Toscana allo strumento normativo per aggirare il divieto di soccorso finanziario, autorizzando, ad esempio, l’acquisizione di beni patrimoniali delle società in crisi o in liquidazione e vulnerando il principio dell’autonomia patrimoniale che caratterizza il ricorso alle società partecipate". Emblematica, in questo senso, precisano i giudici contabili, "l’autorizzazione ad acquistare i beni immobili della società terme di Casciana in liquidazione (con accollo dei mutui e dei debiti della società) e della società Terme di Montecatini" su cui pesano "profili di possibile incostituzionalità".

"Tra il 2021 e il 2022 – si legge inoltre – la Regione Toscana ha avviato investimenti a valere su risorse derivanti dal Piano per 607,4 milioni. A ciò si aggiungono ulteriori fondi derivanti dal Piano nazionale complementare (Pnc) per 199,2 milioni e dal Fondo complementare regionale per 31,4 milioni a valere su risorse proprie. Il complesso dei costi ammessi a finanziamento si attesta quindi a 838 milioni di euro". A renderlo noto e’ la relazione della sezione regionale di controllo della Corte dei Conti che oggi ha parificato il rendiconto della Regione Toscana relativa all’esercizio 2022.

Per quanto riguarda i fondi strutturali europei, i giudici contabili sottolineano che la programmazione 2021-2027 per i soli tre programmi esaminati (il Pr Fesr, il Pr Fse+ e il Pc It-Fr marittimo) presenta "una dotazione finanziaria complessiva pari a 2,5 miliardi con significativi aumenti delle dotazioni". Invece sullo stato di attuazione finanziaria complessivo dei programmi operativi 2014- 2020 emerge dalla relazione della Corte dei Conti che "dall’avvio fino al 31 dicembre 2022, restituisce un quadro non uniforme", ma nel complesso "risultano superati i target di spesa pubblica da certificare, necessari per evitare il disimpegno automatico di risorse, per tutti i programmi".

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Sandro Bennucci

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