Laser speciale da Firenze: curerà i feriti dell’esplosione al porto di Beirut

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Deka, controllata di El.En. spa – multinazionale italiana tra le prime 5 top player a livello mondiale nel settore dei laser medicali – quotata al mercato Euronext Star Milan di Borsa Italiana, come informa una nota, ha donato oggi, 26 luglio 2023, a un ospedale di Beirut un sofisticatissimo laser per la cura delle cicatrici da ustione per trattare molte vittime della grande esplosione al porto di Beirut dell’agosto 2020.

Alla cerimonia di consegna dell’apparecchiatura, denominata Punto erano presenti tra gli altri l’ambasciatrice d’Italia in Libano Nicoletta Bombardiere, Paolo Salvadeo, ceo di Deka e direttore generale di El.En., EKA, il presidente e i dirigenti dell’ospedale Rizk di Beirut, e Zeina Tannous, dermatologa che avrà in carico il compito, con il laser, spiega una nota diffusa da Deka-El.En., "di donare nuova speranza a pazienti completamente sfigurati dall’esplosione, che hanno anche difficoltà di movimento di alcuni arti, a causa delle cicatrici presenti su specifiche parti del corpo".

"L’esplosione di Beirut si è verificata nell’area del porto della città libanese il 4 agosto 2020", uccidendo 218 persone e ferendone altre 7.000. L’episodio principale è stato collegato alla detonazione di 2.750 tonnellate di nitrato d’ammonio – ricorda Salvadeo -, una vera tragedia per la quale abbiamo ora deciso di fare qualcosa di importante. L’idea della donazione, infatti, nasce da una recente discussione con Richard Rox Anderson, famoso scienziato americano nel campo della foto-medicina, che è stato tutor della dottoressa Tannous ad Harvard".

E ancora: "Con Rox abbiamo convenuto che era tempo di rituffarci insieme in altre operazioni di carattere umanitario, dopo la nostra missione congiunta in Armenia, dove, con un nostro laser donato ad un ospedale pediatrico, egli curò numerosi bambini, vittime di un’esplosione causata da una sigaretta che aveva incendiato, ad una festa, centinaia di palloncini che erano stati gonfiati con idrogeno e non con elio. Rox mi ha detto che la sua ex studentessa, Zeina, aveva deciso dopo la laurea di tornare a vivere in Libano e che si era posta come missione quella di aiutare le vittime di esplosioni e di bruciature. Da quel momento è scattata la fase esecutiva della missione, sono stati presi i contatti locali per l’importazione dell’apparecchiatura, è stato effettuato un training clinico, e adesso non vediamo l’ora di partire con i trattamenti".

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