Usa al fianco dell’Italia per Expo 2030. Meloni, “promossa” da Biden e Kissinger, pronta ad andare in Cina

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Torna in Italia molto soddisfatta, Giorgia Meloni. Dal suo punto di vista, la missione a Washington e dintorni ha dato un risultato inequivocabile: "L’Italia è seria e affidabile". L’ha detto Joe Biden, ma anche i media americani, mai troppo accondiscendenti, hanno accolto bene la prima premier donna italiana. Nonostante critiche e polemiche di chi non si capacita di essere all’opposizione, con Elly Schlein o Giuseppe Conte, che si sente "orfano di Palazzo Chigi", l’Italia appare agli occhi del mondo come una realtà solida, anche politicamente.

L’incontro con Henry Kissinger è stata la ciliegina su una torta assai appatibile. L’intelligenza artificiale ("abbiamo timori per le conseguenze, è preoccupato pure Musk") ma soprattutto "la Cina", hanno condito le due ore di faccia a faccia nella residenza dell’ambasciatrice Mariangela Zappia, prima che Villa Firenze aprisse le porte per un ricevimento in suo onore cui hanno preso parte anche l’immunologo Anthony Fauci, ceo di diverse multinazionali (dalla farmaceutica allo spazio), ma anche il vicesegretario di Stato americano Richard Verma, il neo ambasciatore Usa a Roma Jack Markell e la direttrice del Fondo Monetario internazionale Kristalina Georgieva.

"Abbiamo parlato, degli obiettivi del G7 e ovviamente di Tunisia" dice la premier a sera in albergo, pronta di concedersi qualche ora di svago con la figlia Ginevra prima di rientrare in Italia. Da parte americana c’è "attenzione" alle questioni poste da Roma sull’Africa e pure su Tunisi. Ma lo sblocco del prestito del Fmi rimane comunque legato alla disponibilità – che finora non c’è stata – di Kais Saied a fare le riforme. L’apertura sul fianco Sud e il Piano Mattei, di cui la Casa Bianca "ha preso nota", come si leggeva nel comunicato finale congiunto, sono "successi" diplomatici che la premier non nasconde.

Così come quel riferimento all’Expo 2030 e quel "benvenuta" alla candidatura di Roma che è sì formula di rito ma non era scontata. E in casa Italia si legge come un "bel gol" anche se non è un vero e proprio endorsement, anche perché gli Usa storicamente, il ragionamento che si fa, non dichiarano il loro voto sulle candidature. Ancora aperta rimane la questione della Via della Seta, su cui probabilmente la premier avrà ascoltato anche i consigli di Kissinger che giusto una settimana fa era di rientro da Pechino dopo essere stato ricevuto anche da Xi Jinping. Anche lei andrà in Cina, in autunno. Prima della decisione sulla Belt and Road Iniziative che va comunicata entro dicembre.

"Si possono avere buone relazioni e rapporti commerciali indipendentemente dalla via della Seta. Il punto è trovare un giusto equilibrio" chiarisce Meloni in una delle interviste tv che rilascia a chiusura della missione. Parla con Mediaset e Sky e con l’americana Fox News, con una intervista, in quest’ultimo caso, che andrà in onda domenica. Quando la premier sarà già lontana da Washington.

Sandro Bennucci

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