Crollo dei tintoli bancari, nella Borsa di Milano, dopo la tassa sugli extra profitti decisa dal governo. Spazzati via, viene spiegato, almeno 10 miliardi dalla capitalizzazione.
Vediamo il dettaglio: Bper Banca cede il 9,4%, Finecobank il 8,9%, Banco Bpm il 8,2%, Mps il 7,9%, Intesa Sanpaolo il 7,8%, Unicredit il 6,39%, Mediolanum il 4,6%. Meno colpita Mediobanca (-2,2%) forte di un modello di business con una forte componente commissionale dei ricavi che la sostiene anche escludendo la dinamica dei tassi. Non basta la buona intonazione dei titoli dell’energia a sostenere la seduta ma va segnalato il rialzo di Snam (+1,3%), Italgas (+1,4%) ed Hera (+1,6%).
Gli analisti sottolineano che "il nuovo impatto simulato è anche superiore alla simulazione che abbiamo eseguito ad aprile" e calcolano che l’utile netto delle banche nel 2023 potrebbe essere ridotto di circa il 10 per cento.
Anche le Borse europee sono tutte in calo. L’indice Stoxx Europe 600 è sceso dello 0,3% in avvio delle contrattazioni mentre Milano apriva in calo dello 0,5%, Parigi dello 0,67% , Londra dello 0,25% e Francoforte dello 0,52 per cento. Ora Milano ha ampliato il ribasso al 2 per cento.
"Consideriamo questa tassa sostanzialmente negativa per le banche sia per l’impatto sul capitale e sugli utili che sul costo di equity delle azioni bancarie" commentano gli analisti di Citigroup.
Tuttavia, un analista di Julius Baer aggiunge: "Finora le banche hanno avuto un anno forte data la rete i margini di interesse aumentano grazie ai tassi più elevati, quindi è il momento di un sano consolidamento".
Ernesto Giusti