Visibilia: accordo con Agenzia delle Entrate. Si alleggerisce la posizione di Daniela Santanchè

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L’Agenzia delle Entrate ha accolto la proposta avanzata da Visibilia Srl in liquidazione, tramite i suoi legali, di saldare il debito fiscale di circa un milione e mezzo di euro in totale, con una rateizzazione in 10 anni. L’accordo, che sarà sul tavolo del giudice fallimentare che sta trattando la richiesta di ristrutturazione del debito avanzata dalla società in questione, è stato ritoccato rispetto alla istanza originaria e sarebbe molto articolato: da quanto si è saputo da fonti qualificate prevede, come sempre accade in casi analoghi, una serie di condizioni e richieste di garanzie avanzate dalla stessa Agenzia.

L’accordo potrebbe alleggerire la posizione del ministro del Turismo, Daniela Santanchè, tra gli indagati dalla Procura di Milano per falso in bilancio e bancarotta per il caso Visibilia, il gruppo da lei fondato e del quale è rimasta come amministratrice e socio di maggioranza fino al gennaio dell’anno scorso.

Il termine per arrivare a un’intesa tra fisco e la Srl è scaduto oggi, ma già nei giorni scorsi si era trovata una quadra sul quantum e sulle modalità di versamento. Il via libera delle Entrate su questo capitolo potrebbe aprire un nuovo scenario nelle indagini milanesi sul gruppo editoriale coordinate dal pm Maria Gravina e dall’aggiunto Lauta Pedio, sotto la supervisione del procuratore Marcello Viola.

Indagini per cui è stata chiesta la proroga, e che riguardano, oltre la senatrice di Fdi, altre 5 persone. La Procura dovrebbe chiedere la revoca della richiesta di fallimento, come è già accaduto per Visibilia Editore e Visibilia Holding. Quindi, rimarrebbe aperta la posizione solo di Visibilia Concessionaria oggetto, come si legge in una memoria difensiva, di "rilevanti interventi posti in essere tempestivamente dalla società e dai suoi Soci" in base ai quali "i rilievi contenuti nel ricorso per la dichiarazione di apertura della liquidazione giudiziale presentata dal Pubblico Ministero sono da considerarsi superati".

Nel caso in cui la situazione sul fronte fallimentare venisse sistemata – gli avvocati hanno messo in conto ancora sei mesi – cadrebbe per legge l’accusa di bancarotta. Rimarrebbe in piedi solo il falso in bilancio, accusa per la quale dopo la conclusione dell’indagine, attesa per l’autunno, salvo ripensamenti dei pm e indagini difensive solide, si profila una richiesta di processo per la ministra che a Milano è sfiorata, però, da altri guai giudiziari: tra questi il fascicolo, a carico di ignoti, per truffa ai danni dello Stato sulla gestione della cassa integrazione Covid.

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