Ucraina: nave e sottomarino russi colpiti a Sebastopoli da missili britannici. E’ il colpo più grave sul mare

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Durante la notte fra martedì 12 e mercoledì 13 settembre 2023, una pioggia di missili si è abbattuta sul porto filorusso di Sebastopoli danneggiando un sottomarino d’attacco migliorato della classe Kilo, il ‘Rostov-sul-Don’, e una nave anfibio della classe Ropucha, la ‘Minsk’. Secondo i filorussi, sarebbero state ferite almeno 24 persone.

E’ la prima volta che le forze ucraine riescono a neutralizzare un sottomarino dall’inizio dell’invasione russa. Vista la difficoltà di colpirlo mentre è in mare, infatti, una delle poche possibilità che rimane a Kiev è attaccarlo mentre si trova con la testa fuori dall’acqua, ovvero in riparazione in un porto, come in questo caso. Anche la ‘Minsk’ stava subendo dei lavori quando è stata colpita: per gli 007 di Kiev, che hanno definito "storico" l’attacco, non potranno più tornare a solcare i mari.

Un attacco imponente, che sarebbe avvenuto tramite i missili da crociera britannici Storm Shadow. In totale, secondo il ministero della Difesa russo, l’Ucraina ne avrebbe lanciati dieci, di cui sette sarebbero stati intercettati. Allo stesso tempo, un attacco drone contro un’imbarcazione russa nel Mar Nero sarebbe stato sventato dalla nave da pattugliamento Vasily Bykov. I vertici di Kiev esaltano la missione andata a buon fine. Nelle parole di Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino, si è trattato di "una dichiarazione professionale e significativa" della capacità delle forze armate ucraine.

Di certo l’attacco a Sebastopoli è stata una dimostrazione di forza, a cui si è aggiunta anche la distruzione del battello del battello KC-701 ‘Tunets’, affondato nella parte nord-occidentale del Mar Nero. Per il presidente Volodymyr Zelensky, "i risultati ci saranno, il nemico li sentirà". Quasi nelle stesse ore nelle quali l’Ucraina prendeva di mira la Crimea, la Russia sferrava l’ennesimo attacco contro le infrastrutture portuali della regione di Odessa. A finire sotto il fuoco di Mosca sono stati ancora una volta i porti fluviali sul Danubio di Izmail e Reni.

Nel primo caso, sei persone sono rimaste ferite, mentre nel secondo un civile è stato colpito, e sono stati danneggiati edifici amministrativi, magazzini, serbatoi di stoccaggio di olio commestibile e veicoli a motore. Qui gli attacchi russi si sono moltiplicati da quando il Cremlino ha deciso di uscire dall’accordo sul grano, a metà luglio. Secondo Alexander Kubrakov, ministro delle Infrastrutture ucraino, l’interruzione del patto e i raid russi sarebbero costati una riduzione delle esportazioni di grano di quasi 3 milioni di tonnellate al mese. In totale, 105 infrastrutture portuali sono state colpite.

Mentre la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen torna a sostenere che il destino ucraino sia nell’Ue, ma ricorda che l’adesione si guadagna con il "merito", il Consiglio dell’Ue ha prorogato per altri sei mesi le sanzioni alla Russia. Da Berlino, intanto, arrivano per Kiev altri 20 Marder, i veicoli corazzati da combattimento, e altri due carri Wisent per lo sminamento. Un aiuto importante per una controffensiva che, secondo il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto, "non è una passeggiata". Questo, però, per Crosetto non impedisce di mantenere la speranza che "tentativi di soluzione" del conflitto possano emergere "in tempi ragionevolmente brevi, nei prossimi 7-8 mesi". Per il ministro della Difesa russo Serghei Shoigu, però, la Russia "non ha altre opzioni" che quella di vincere.

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