Firenze: agli Uffizi la mostra dedicata ad Aby Warburg

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Si apre domani, martedì 19 settembre 2023, alle Gallerie degli Uffizi la mostra Camere con vista. Aby Warburg, Firenze e il laboratorio delle immagini, curata dalle stesse Gallerie degli Uffizi e dal Kunsthistorisches Institut in Florenz – Max-Planck-Institut in collaborazione con il Warburg Institute di Londra. Fino al 10 dicembre oltre cento tra disegni, fotografie, dipinti, documenti e i pannelli del celebre Atlante Mnemosyne raccontano nelle sale del museo la vita e l’importanza del geniale storico dell’arte ebreo nato ad Amburgo, le cui idee rivoluzionarie hanno cambiato radicalmente lo studio delle immagini e la cultura visiva. Accompagna la mostra l’app Aby Warburg’s Florence, disponibile su Apple App Store e Google Play Store, che invita a seguire tre itinerari lungo le strade di Firenze, segnalando opere che rimandano alle tavole dell’Atlante Mnemosyne.

Lungo il percorso, una scelta di ‘voci fiorentine’ rivela prospettive inattese sulla città dalla Firenze della seconda metà del Quattrocento a quella contemporanea a Warburg. "Per Aby Warburg -osserva l direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt- è più che evidente il ruolo di Firenze, e specialmente degli Uffizi, se si considera che dopo il suo primo soggiorno in città nel 1888-1889 scrisse la tesi di dottorato sui due quadri mitologici oggi più celebri di Sandro Botticelli: La Primavera e La nascita di Venere (all’epoca ben lontani dalla popolarità di oggi).

Ma il suo metodo comparativo, come si vede nell’Atlante delle immagini che chiamava Mnemosyne, è stato anche il fondamento delle grandi trasformazioni e degli allestimenti del nostro museo dopo la seconda Guerra Mondiale, a testimonianza della modernità – ancora viva – del suo pensiero".

Il direttore del Warburg Institute, Bill Sherman, sottolinea che "è un’emozione particolare riportare Warburg nel museo in cui trovò la sua vocazione. L’incontro tra Warburg e gli Uffizi ha cambiato il corso non solo della carriera di Warburg, ma della stessa storia dell’arte, e spero che i nuovi incontri proposti in questa mostra diano nuova vita alle domande che Warburg pose nell’ultimo decennio dell’Ottocento".

Il direttore del Kunsthistorisches Institut in Florenz – Max-Planck-Institut Gerhard Wolf osserva che "nella mostra mi affascina molto il triplice dialogo tra le opere delle Gallerie, le immagini di Warburg e le opere di artisti contemporanei".

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