Caro bollette: un miliardo e 300 milioni per le famiglie. Cambia la sanatoria sugli scontrini. Mercoledì la Nad ef

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Aiuti contro il caro-bollette: 1,3 miliardi per le famiglie. E cambia la sanatoria sugli scontrini. Ecco le decisioni prese stasera, 25 settembre 2023, dal Consiglio dei ministri. Le violazioni su scontrini, fatture o ricevute fiscali potranno essere regolarizzate con il ravvedimento operoso. E si va verso un nuovo Consiglio dei ministri, mercoledì 27 settembre, con l’esame della Nadef. Bonus per la luce: cresce con il numero dei figli. Arriva anche la copertura per le borse di studio universitarie.

Ma andiamo per ordine: il governo prevede un bonus benzina per i beneficiari della social card. E ancora: per il gas conferma degli oneri azzerati sul e Iva agevolata al 5%, mentre cambiano i sostegni per le imprese energivore.

Arriva, come detto, con queste misure, l’intervento che stanzia 1,3 miliardi per aiutare le famiglie contro il caro-energia anche nel quarto trimestre. Cambia invece volto la sanatoria sugli scontrini, fortemente contestata nei giorni scorsi: ci si potrà mettere in regola ricorrendo all’istituto del ravvedimento operoso. Un intervento, fanno sapere dall’esecutivo, che consentirà di salvare 50mila esercizi.

Il nuovo decreto energia varato in un consiglio dei ministri lampo, interviene in sostegno soprattutto delle famiglie in difficoltà. Al posto del bonus riscaldamento annunciato a marzo, si rafforza il bonus sociale destinato ai nuclei con Isee fino a 15mila euro: per i tre mesi da ottobre a dicembre riceveranno un contributo straordinario crescente in base al numero dei figli. Inoltre gli 1,3 milioni di nuclei (sempre con Isee massimo di 15mila euro) che hanno la social card ‘Dedicata a te’ potranno usarla oltre che per pagare i beni di prima necessità anche per fare benzina: un bonus di 80 euro a famiglia, con uno stanziamento complessivo di circa 100 milioni.

Per il gas viene confermato l’azzeramento degli oneri di sistema e l’Iva agevolata al 5%. Cambiano i sostegni alle imprese energivore e arriva il rifinanziamento del bonus trasporti per acquistare l’abbonamento dei mezzi pubblici.

Ma non di sola energia si occupa il decreto. Che corre anche in soccorso di commercianti e partite Iva non in regola su scontrini e fatture: per le mancate certificazioni dei corrispettivi dal primo gennaio 2022 al 30 giugno 2023 si potrà ‘fare pace’ con il fisco, ricorrendo all’istituto del ravvedimento operoso entro il 15 dicembre. La sanatoria viene quindi rivista rispetto alle prime bozze, oggetto nei giorni scorsi di forti critiche dalle opposizioni che hanno parlato di schiaffo ai contribuenti onesti. Una norma ‘salva-commercio’, la definiscono fonti di governo, che "scongiurata la chiusura di oltre 50 mila piccoli esercizi commerciali".

L’ultima bozza circolata, ridotta rispetto alle precedenti, proroga anche i termini per aderire ai mutui per gli under36, mentre saltano le proroghe per le cripto-attività e l’abilitazione scientifica. Una norma interpretativa esclude inoltre che nel passaggio da Alitalia a Ita ci sia continuità fra le due aziende. Chiuso il provvedimento energia ora l’attenzione del governo si sposta sulla manovra.

L’attesa è per la Nota di aggiornamento al Def, che definirà la prima cornice delle risorse e darà una prima idea delle misure che potranno vedere la luce nel 2024. Il cdm che esaminerà il documento, inizialmente convocato per giovedì, è stato anticipato a mercoledì. L’osservato speciale è l’indebitamento 2024, da cui si capirà lo spazio in deficit che il governo si apre per la manovra.

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Per metterlo nero su bianco però, l’esecutivo attende il responso di Eurostat sul Superbonus, che a questo punto potrebbe essere in dirittura d’arrivo. Il 3,7% fissato nel Def ad aprile dovrebbe essere rivisto al rialzo di qualche decimo di punto, comunque entro la soglia del 4%. Si andrebbe comunque verso una manovra leggera, con un punto di partenza di 20 miliardi che potrebbero salire a 22-23. Sono certi il taglio del cuneo e gli aiuti a famiglie e alla natalità, mentre poco si riuscirà a fare su pensioni e sanità.

Sul fronte delle risorse si attende anche di sciogliere anche il nodo dagli extraprofitti delle banche. L’emendamento del governo, che cambia la tassa inizialmente pensata dal governo, è bollinato ma fino all’ultimo restano riflessioni in corso per assicurare il massimo incasso possibile che ora gli analisti stimano tra 1,5 e 2,2 miliardi. L’obiettivo è chiudere in Aula entro giovedì. Ma si dovrà correre. Il decreto deve poi passare alla Camera: scade il 9 ottobre.

Sandro Bennucci

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