Elezioni in Slovacchia: vince Fico, di simpatie putiniane. E afferma: “Stop invio armi all’Ucraina”

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"Ora stop all’invio di armi all’Ucraina". E’ la prima dichiarazione di Robert Fico, di simpatie putiniane, che ha vinto le elezioni in Slovacchia con il suo partito Smer-Ds ottenendo il 23% dei voti. Adesso sarà lui a formare il governo e a diventare primo ministro per la quarta volta.

Il duello, che nei sondaggi fino all’ultimo minuto sembrava alla pari, si è concluso con la sconfitta dei liberali di Slovacchia progressista dell’eurodeputato Michal Simecka, che molto probabilmente finirà all’opposizione. Gli elettori si sono di nuovo fidati di Fico. Lo stesso uomo politico contro cui nel 2018 decine di migliaia di persone hanno manifestato dopo l’omicidio del giornalista d’inchiesta Jan Kuciak e della sua fidanzata e che, durante i suoi tre governi, è stato accusato dai media di aver costruito nel Paese un intreccio con gli oligarchi, caratterizzato da legami clientelari e dal trasferimento di potere e denaro statale a persone amiche.

Cinque anni fa Fico sembrava aver perso tutto, questa mattina festeggia il suo quarto mandato La presidente Zuzana Caputova ha anticipato che a formare il governo sarà autorizzato il vincitore delle elezioni. Per Fico si apre la possibilità di una triplice coalizione con il partito Hlas-Sd di Peter Pellegrini e il Partito Nazionale Slovacco (Sns).

Avrebbe una comoda maggioranza di 79 deputati (su 150 membri del Consiglio nazionale), ma non una maggioranza costituzionale, con la quale poter cambiare la Slovacchia in modo simile a come Viktor Orban ha fatto con l’Ungheria, modificando il sistema elettorale e giudiziario. Fico, che ha guidato il gabinetto per tre volte dimostrandosi un politico pro-Europa che ha voluto portare la Slovacchia nel cuore dell’Ue, ha introdotto l’euro e ha visitato la Casa Bianca.

Ma oggi è un politico diverso: dopo tre anni e mezzo di opposizione, la sua retorica è molto più radicale. Nel corso di una tempestosa campagna elettorale ha attaccato l’Ue, criticato Bruxelles per le sanzioni anti-russe, spaventato i migranti, rifiutato di inviare "anche solo un proiettile" in Ucraina che sta combattendo l’invasione russa. Non solo: critica la Nato, attacca la minoranza Lgbtq, nonché la presidente Zuzana Caputova definendola "agente di Soros", così come il premier del governo ad interim di Ludovit Odor.

Adesso bisognerà vedere quali degli intenti e delle dichiarazioni preelettorali saranno davvero messi sul tavolo. Ciò che sembra reale è un certo "allontanamento mentale dall’Occidente", come lo ha definito la presidente Caputova in un’intervista per la tv ceca ct24. All’origine delle elezioni anticipate erano le discordie tra l’Olano di Igor Matovic e il capo del partito liberale Libertà e Solidarietà (Sas) dell’economista Richard Sulík, che lo scorso anno hanno portato all’uscita di Sas dalla coalizione governativa.

Il gabinetto dell’allora collega di partito di Matovic, Eduard Heger, ha perso la maggioranza in Parlamento ed è stato successivamente sfiduciato. I deputati hanno poi deciso di indire elezioni anticipate. A maggio di questïanno, il governo di Heger è stato sostituito da un governo dei tecnici guidato dall’economista Ludovit Odor. Ieri l’affluenza alle urne è stata quasi del 67,4%, la più alta dal 2002.

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