Israele: americani e tedeschi fra gli ostaggi di Hamas. Usa portano navi e aerei. Italia: vigilanza rafforzata anche a Firenze

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Il primo ministro israeliano, Benyamin Netanyahu, fa sapere che il gabinetto di sicurezza del governo israeliano ha votato la messa in stato di guerra del Paese e che si possono intraprendere "attività militari significative". Il passaggio del Gabinetto di sicurezza era necessario in base alle leggi israeliane secondo cui non si può andare in guerra senza una decisione del governo.

Intanto si viene a sapere che fra gli ostaggi di Hamas, oltre agli israeliani, ci sarebbero anche americani e tedeschi, tenuti a Gaza. Lo ha detto il ministro israeliano degli Affari strategici Ron Dermer alla Cnn. Il ministro si è rifiutato di stimare il numero di americani rapiti, e ha definito "selvaggio" l’attacco contro Israele, affermando che donne, bambini e anziani sono tra gli ostaggi a Gaza.

Il ministero degli esteri tedesco ha fatto sapere: "Per quanto ne sappiamo, si tratta di persone che oltre a quella tedesca hanno tutte la nazionalità israeliana".

Fonti locali nella Striscia di Gaza, sostengono che sono tre le fazioni armate palestinesi di Gaza che tengono in ostaggio civili israeliani, sia morti sia vivi. Si tratta di Hamas, Jihad islamica e Brigate dei Martiri di Al Aqsa. Ognuna di queste – ma soprattutto Hamas – ha in ostaggio civili o militari israeliani tenuti nei tunnel o in case. Fonti israeliane hanno stimato in circa 100 i prigionieri a Gaza.

Joe Biden ha assicurato al premier israeliano Benyamin Netanyahu che "ulteriore assistenza è in arrivo, e altri aiuti seguiranno nei prossimi giorni", comunica la Casa Bianca riferendo della conversazione fra i due leader. Il capo del Pentagono Lloyd Austin annuncia che gli Stati Uniti inviano una portaerei nell’est del Mediterraneo.

VIGILANZA IN ITALIA – Misure di sicurezza innalzate sugli "obiettivi diplomatico-consolari, religiosi, culturali, economici e commerciali israeliani, ebraici e palestinesi" in Italia, ma si rende anche "necessario rafforzare i servizi di vigilanza e controllo del territorio a carattere generale" ed "implementare al massimo l’attività informativa". Lo chiede il capo della Polizia, Vittorio Pisani, in una circolare inviata a prefetti e questori. Si teme il possibile riaffacciarsi della minaccia jihadista dopo un periodo di silenzio.

Mentre il ministro egli Esteri, Antonio Tajani, esterna "preoccupazione per gli italiani in Israele: Ce ne sono circa 18 mila – dice – e molti hanno il doppio passaporto. Un migliaio sono giovani che stanno svolgendo il servizio di leva con l’esercito israeliano, 500 sono pellegrini o persone che lavorano pro tempore lì; poi ce ne sono una decina nella Striscia di Gaza".

Dal Viminale è partita l’indicazione ai prefetti di convocare i Comitati provinciali ordine e sicurezza per il giro di vite. E alle riunioni hanno partecipato anche rappresentanti delle comunità ebraiche. Roma sorvegliata speciale naturalmente. Ieri visita al Ghetto del prefetto Lamberto Giannini, con il sindaco Roberto Gualtieri. Nel Comitato sicurezza è stato deciso il rafforzamento della tutela di obiettivi istituzionali e religiosi israeliani ed ebraici. Ed è stata richiamata la tutela anche su tutti i siti di Paesi vicini all’area di crisi. C’è il Ghetto, la sinagoga, la scuola, l’ambasciata, la compagnia di bandiera El Al, tra i principali obiettivi da proteggere.

FIRENZE – Analogo innalzamento delle misure di tutela è stato deciso in tutte le città, sempre in contatto con le locali comunità ebraiche: da Milano a Napoli, da Trieste a Firenze, da Torino a Venezia. Sinagoghe, scuole, uffici consolari, attività commerciali: ovunque c’è stato un rafforzamento dei presidi e delle misure di tutela agli esponenti della comunità. A Firenze, dopo il vertice in Prefettura di ieri, sabato 7 ottobre, le misure di sicurezza sono state rafforzate non solo nella sinagoga di via Farini, ma anche in altri obiettivi sensibili, come ha chiesto il console onorario d’Israele a Firenze.

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Disposto anche il potenziamento dell’attività informativa per prevenire atti ostili. Le analisi suggeriscono come l’azione eclatante di Hamas contro lo storico nemico potrebbe galvanizzare la galassia jihadista – da tempo ‘in sonno’ sul territorio nazionale – e dare il via ad una campagna di propaganda e proselitismo, oltre che di attentati. Per questo, al di là dei luoghi fisici, intelligence e forze di polizia monitorano con attenzione anche la rete in modo da intercettare eventuali segnali di pericolo.

Occhi puntati, inoltre, sulle presenze palestinesi. In Italia storicamente circoli dell’area antagonista supportano la causa della Palestina. Non ci sono, al momento, evidenze di minacce concrete sul territorio nazionale. Ma l’attenzione è alta per la possibile attivazione di cellule e ‘lupi solitari’. Il conflitto russo-ucraino monopolizza gli interessi dell’Occidente, ma dietro le quinte il jihadismo in modo frastagliato si sta espandendo in varie aree, dall’Africa alle ex repubbliche sovietiche asiatiche. E la guerra scatenata ieri da Hamas in Israele potrebbe fare da detonatore per una nuova stagione di sangue.

Ernesto Giusti

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