Israele: i morti sono 900. Due italiani fra gli ostaggi. Hamas minaccia: “A ogni attacco giustizieremo un prigioniero”

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Il bilancio dei morti israeliani diventa pesantissimo: si parla di 900 vittime per i missili lanciati da Hamas. E sono 2.500 i feriti, moltissimi gravi. Ci sarebbero poi 750 dispersi e almeno 100 ostaggi nelle mani di Hamas. Tra loro americani e tedeschi. Sarebbero 260 i morti al rave dei giovani pacifisti nel deserto. I morti a Gaza per gli attacchi di Israele sono arrivati a 560 con 2.900 feriti.

"Cominceremo a giustiziare pubblicamente un civile israeliano in ostaggio per ogni bombardamento israeliano su abitazioni civili a Gaza senza preavviso". Lo ha annunciato Hamas citato dai media israeliani.

Tra i rapiti ci sarebbero anche due italo-israeliani, marito e moglie che si trovavano nel kibbutz di Beeri, dove sono stati trovati 108 cadaveri. "Non rispondono alle chiamate della famiglia. Probabilmente sono stati presi in ostaggio, oppure risultano dispersi, non abbiamo ancora la certezza", ha detto in serata il ministro degli Esteri Antonio Tajani riferendosi a Eviatar Moshe Kipnis e Liliach Lea Havron, questi i nomi della coppia con doppio passaporto.

L’annuncio di Hamas è arrivato dopo che entrambi i fronti avevano chiuso le porte a una trattativa: "Non è possibile alcun negoziato, sulla questione dei prigionieri o altro", ha avvertito Hossam Badrane, membro dell’ufficio politico di Hamas a Doha. "Dobbiamo entrare a Gaza, non possiamo trattare ora", avrebbe invece detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu al presidente Usa Biden che gli chiedeva degli ostaggi.

Mentre si rincorrono le indiscrezioni sul possibile ruolo dei Paesi arabi per riportare a casa le decine di uomini, donne e bambini caduti nelle mani dei jihadisti, crescono gli appelli disperati sui social e gli allarmi delle cancellerie di tutto il mondo. Perché gli ostaggi sono israeliani ma anche tedeschi, britannici, statunitensi, francesi, sudamericani, asiatici. E italiani appunto. Alcuni riconosciuti e identificati dagli scioccanti video dei rapimenti, virali sui social, altri ufficialmente indicati come dispersi oppure morti.

Di loro infatti non se può ancora conoscere il destino con certezza. E le bombe non distinguono se sei vittima o sequestratore: "Quattro prigionieri israeliani sono stati uccisi dai raid su Gaza", ha sostenuto così Abu Obeida, portavoce delle Brigate Izzedin al Qassam, ala armata di Hamas. Ed è difficile naturalmente distinguere tra verità e propaganda. Gli ostaggi comunque sarebbero almeno 130: cento nella mani di Hamas, trenta tenuti prigionieri dalla jihad islamica, la loro vita appesa a un filo. Numeri divulgati dai miliziani, mentre dalle autorità ebraiche non sono state riportate cifre ufficiali. L’esercito israeliano ha "le coordinate di tutti i prigionieri a Gaza", ha provato a rassicurare in serata il portavoce militare.

L’organizzazione rabbinica Zaka ha annunciato la scoperta di 108 corpi di israeliani nel kibbutz di Be’eri, vicino al confine orientale con la Striscia di Gaza, nel primo giorno di ricerche delle vittime. Lo scrive il quotidiano Haaretz.

Aerei israeliani hanno bombardato il mercato ortofrutticolo di Jabalia, nel nord della Striscia, in quel momento molto affollato. Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha ordinato "l’assedio completo" della Striscia di Gaza.

"Ho ordinato il completo assedio: non ci sarà elettricità, né cibo, né benzina. Tutto è chiuso", ha aggiunto Gallant dopo una consultazione di sicurezza al Comando Sud di Beersheba. "Stiamo combattendo animali umani e ci comporteremo di conseguenza", ha detto, citato dai media. "Nessun negoziato possibile" al momento con Israele, ha detto un funzionario di Hamas a Doha in Qatar.

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"Dobbiamo entrare a Gaza". Lo ha detto – secondo quanto riporta Axios citando fonti israeliane e americane – il premier Benyamin Netanyahu a Joe Biden nel corso del colloquio telefonico di domenica.

"Dobbiamo andare dentro. Non possiamo trattare ora", avrebbe detto Netanyahu a Biden che gli chiedeva degli ostaggi. Il presidente americano non avrebbe cercato di convincerlo a non procedere e gli avrebbe chiesto del possibile secondo fronte al confine fra Israele e Libano. Netanyahu gli ha risposto che il fronte libanese è motivo di preoccupazione e Israele si sta preparando, ma non c’è altra scelta che rispondere con forza a Gaza.

Ernesto Giusti

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