Manovra: arriva la mini-Ires per chi assume. 5 miliardi per i contratti PA

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Convocati dal governo, sindacati e parti sociali, venerdì sera, 48 ore prima del varo della manovra. Un incontro di un’ora e mezza con al tavolo 17 associazioni. Maurizio Landini non ci sta e non si presenta all’incontro a Palazzo Chigi.

Sulla manovra, illustrata alle parti sociali, spuntano intanto nuovi tasselli, come lo stanziamento di 5 miliardi per la Pa e l’apertura a sorpresa, per quanto ancora abbozzata, sul Superbonus che riguarderebbe, secondo l’Ance, una nuova possibile proroga. Ma le novità che arriveranno lunedì in consiglio dei ministri riguardano anche la fiscalità, con una mini-Ires per agevolare chi assume.

Una manovra "responsabile", ripete a tutti il ministro, che risponde alle regole europee e fa tagli "significativi" alla spesa per almeno 2 miliardi. Considerata la dote in deficit (15,7 miliardi) si arriva già a tre quarti di quello che dovrebbe essere l’ammontare complessivo di questa manovra ‘leggera’, proiettata verso una cifra intorno ai 22 miliardi.

La parte del leone la fa il taglio del cuneo, finanziato al momento per il 2024, cui si affiancano le risorse per la Pa, soprattutto per la sanità, e misure per le famiglie e la natalità. Alle pensioni un pacchetto ristretto di interventi, con la proroga di quota 103 e dell’Ape sociale un po’ ampliata e la possibile rivisitazione di Opzione donna. Garantite, assicura il ministro Matteo Salvini, anche le prime risorse per il Ponte sullo stretto, che dovrebbero essere attinti dai Fondi di sviluppo e coesione.

L’incontro tra governo e parti sociali per illustrare la manovra parte in salita, con il segretario della Cgil che a poche ore dall’appuntamento spiazza tutti: convocati così all’ultimo e senza altre occasioni di trattativa significa "non riconoscere il ruolo delle parti sociali", dice. Landini diserta l’appuntamento ma la Cgil partecipa con un segretario confederale.

All’incontro non c’è nemmeno il leader della Uil Pierpaolo Bombardieri, a Parigi per una manifestazione dei sindacati europei. La Cgil riunirà l’assemblea generale mercoledì 18 ottobre per valutare la manovra e le decisioni da mettere in campo, senza arrivare ad escludere il ricorso ad alcuno strumento. Sciopero compreso. Ma non prima di averne parlato anche con gli altri sindacati. Il giorno prima sarà la Uil a prendere posizione.

La Cisl si mostra cauta: "Valuteremo, come sempre, senza pregiudizi", dice Luigi Sbarra che invece partecipa all’incontro a palazzo Chigi, "senza furore ideologico ma anche senza fare sconti a nessuno". Di fronte alle critiche però il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti non si scompone. "Crediamo di aver trovato un giusto equilibrio" per mettere a disposizione "risorse per i ceti deboli" e il rigore sui conti, assicura da Marrakech. Al tavolo con i sindacati "difende la decisione di ricorrere all’extradeficit a favore dei redditi bassi, rivendicando di no governare "governati dallo spread".

Il consiglio dei ministri di lunedì 16 ottobre 2023 avvierà anche le prime misure della riforma fiscale, su cui il viceministro Maurizio Leo intende procedere "a tappe forzate" con un provvedimento in ogni cdm. Si parte con due decreti legislativi, il primo con la nuova Irpef a tre aliquote (uniformando al 23% i redditi fino a 28mila euro), anche in questo caso finanziata per il 2024, e la nuova mini-Ires con una riduzione della tassazione per chi fa assunzioni e una maggiorazione se gli assunti sono giovani, donne e chi esce dal reddito di cittadinanza.

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L’altro decreto, sulla fiscalità internazionale, contiene la Global minimum tax per le multinazionali, norme sulla residenza sia per le persone fisiche che per le società di capitale e norme sul ‘reshoring’, per incentivare le imprese a riportare le attività in Italia.

Rimandata invece la potatura delle tax expenditures ("è un lavoro lungo e laborioso", spiega Leo), mentre è escluso un intervento sulle tasse di successione: un’ipotesi spuntata nelle ultime ore, su cui si è subito alzato il muro di Forza Italia.

Nel menu di lunedì potrebbe essere inserito anche il decreto con la dote di 3,2 miliardi in deficit ricavati dalla Nadef, da destinare al conguaglio anticipato dell’adeguamento Istat per le pensioni 2024, misure per il personale della P.a. e alla gestione dei flussi migratori.

Sandro Bennucci

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