Inflazione: scende all’1,8%. Ma il Pil è a zero. Bankitalia: esce Visco entra Panetta. Giorgetti: “Manovra prud ente per il debito”

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L’Italia evita la recessione per un pelo, l’eurozona si candida ad entrarci. Nel nostro Paese si registra un crollo senza precedenti dell’inflazione: +1,8% rispetto a ottobre dell’anno scorso. In un mese c’è stato il calo del 3,5%, effetto dei prezzi energetici in frenata. Un’inflazione sotto il 2%, che rappresenta la soglia critica per la Bce. A provocare uno stop tanto severo all’inflazione è stato il Pil cresciuto dello zero per cento nonostante la spinta del turismo.

BANKITALIA – Intanto c’è il passaggio del testimone a Bankitalia. Esce il governatore Ignazio Visco, che ieri, 31 ottobre 2023, è stato a Palazzo Koch per il suo ultimo giorno. Gli subentra Fabio Panetta. Visco ha scritto questo messaggio ai collaboratori:

"Lascio una Banca d’Italia autorevole, indipendente, profondamente rinnovata eppure ancora sempre aperta al rinnovamento e, nel mutare di temperie e ordinamenti, intimamente fedele alla sua storia e al suo impegno a perseguire, senza timori e senza compromessi, l’interesse della collettività. Al nuovo Governatore Fabio Panetta, che di questo impegno è stato al tempo stesso testimone e interprete, rivolgo i migliori auguri di buon lavoro".

GIORGETTI – La manovra? Il problema è il debito pubblico. Il governo dice che "è suonata la sveglia". Ecco perché la "cautela" e le "scelte dolorose" che sono la cifra di questa manovra. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti manda un messaggio alle agenzie di rating, che dalla prossima settimana torneranno a farsi sentire. E per giustificare, davanti al fuoco di fila delle opposizioni e dei sindacati, le scelte di una manovra che inizia il proprio iter in Parlamento. L’esame parte blindato, ma già si profilano possibili aggiustamenti.

EUROPA – "Più debito significa più spesa per interessi e risorse sottratte al sostengo delle famiglie delle imprese", è l’equazione su cui Giorgetti richiama la politica e le istituzioni alla giornata del Risparmio, sottolineando che il tema non va "sottovalutato". In più anche il negoziato con l’Europa, dove si discute delle nuove regole del Patto di stabilità, ha condizionato l’approccio del governo nel definire la manovra.

Il governo ha dovuto "scremare" le diverse istanze: "non è stato facile" e alla fine si è deciso di "privilegiare il sostegno ai ceti meno abbienti", spiega il ministro. Il sistema economico italiano, comunque, nonostante le difficoltà, "è riuscito a reggere" e se riusciremo ad evitare il rischio di una recessione globale, potremo "ridurre progressivamente il peso del debito".

SENATO – Le parole di Giorgetti accompagnano l’arrivo della manovra in Senato. Corredata dalle relazioni che aiutano a decriptare l’impatto delle misure. E così a fronte di una quota 103 con paletti che nel 2024 aprirà l’accesso alla pensione anticipata ad appena 17mila lavoratori, la stretta sulle aliquote di rendimento degli assegni degli statali interesserà 31.500 pensioni pubbliche, destinate a più che quadruplicare nel 2026.

PENSIONI – Proprio sulle pensioni si alza la "netta contrarietà" della Cisl, che vede "molte e importanti luci" ma anche "elementi peggiorativi" nel sistema pensionistico: ora il sindacato di Luigi Sbarra valuterà se proclamare, su questo tema, insieme a Cgil e Uil (che iniziano il 17 novembre il percorso comune di scioperi) una "manifestazione nazionale unitaria".

I dettagli che emergono dalle relazioni allegate alla manovra mostrano anche un gettito limitato dall’innalzamento della cedolare secca sugli affitti brevi: appena 8,8 milioni l’anno, che secondo Confedilizia – che ribadisce la propria contrarietà – non spiegano il perché della misura. Mentre la nuova norma sui pignoramenti dovrebbe dare, nella stima prudenziale, un incremento di gettito di 243,1 milioni nel 2025 e 486,29 nel 2026.

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TAX CREDIT – La manovra è blindata ma è già chiaro che qualcosa da aggiustare ci sarà. A partire dal tetto sul tax credit. Che comprare nella relazione illustrativa, ma non nel testo: è "un mero errore di trascrizione", dice la sottosegretaria alla Cultura Lucia Borgonzoni, assicurando che il tetto ci sarà. E non è il solo inciampo. Dal testo sparisce anche lo stipendio per i giudici onorari: arriverà presto un nuovo regime economico che le toghe onorarie, promette il sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro.

La presidenza del Senato intanto dà il disco verde allo stralcio delle norme sulle donazioni, sulla banca dati contro il riciclaggio e la centrale di committenza e stazione unica appaltante sisma 2016, destinati ad altri ddl.

CEDOLARE – La norma sull’aumento della cedolare secca, invece, potrebbe cambiare nel decreto anticipi: con un emendamento del governo potrebbe arrivare insieme al nuovo codice identificativo anche una specifica sulla cedolare.

Che nell’iter blindato della manovra diventa il treno su cui inserire eventuali modifiche, che – viene confermato dal presidente della commissione Bilancio del Senato Nicola Calandrini – possono contare su un fondo parlamentare di 100 milioni. Intanto la prossima settimana partono le audizioni sulla manovra, fino al 14 novembre, poi si fisserà il termine per gli emendamenti: il ddl è atteso in Aula dal 27.

Sandro Bennucci

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