Alluvioni: sfollate 1.200 persone da Prato, Montemurlo e Montale. Notte da allerta arancione. Nuovi “angeli del fango”

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Sulla Toscana alluvionata si staglia una notte da allerta arancione. Che fa tremare le zone più a rischio. Non a caso, oltre 1.200 persone sono state evacuate per precauzione dagli abitati più esposti: Prato, Montemurlo, Montale. La protezione civile sorveglia, pronta a intervenire. E ci sono anche le forze dell’ordine, per prevenire azioni di sciacallaggio.

Campi Bisenzio e Seano, a Prato, sono gli epicentri degli allagamenti, dove ancora rimangono isolate più di 6.000 persone, più altre centinaia a Oste di Montemurlo. Persone bloccate a due giorni dall’alluvione in case senza luce, senza acqua potabile e anche senza viveri che vengono raggiunte da soccorritori. E tornano, come per l’alluvione di Firenze del 4 novembre 1966, centinaia di volontari.

VOLONTARI – Allora furono gli ‘angeli del fango’, immortalati in celebri immagini in bianco e nero. Oggi sono volontari di tutti i tipi: 300 tifosi viola della Curva Fiesole, altri mobilitati dal Pd, e tanti che spontaneamente, da sé, si sono presentati con stivali e pala in Comune.

Il clima è di caos mentre vengono riforniti di sacchetti, tute, guanti. Tutti vogliono aiutare. Al bisogno vengono contati e avviati a squadre di 5 o di 10 dove serve. La scuola, una via, la biblioteca comunale a Villa Montalvo, che è distrutta completamente e da sgomberare.

Via Buozzi è in ginocchio: si spala fango dappertutto, i commerci sono fermi. E’ la strada degli affari di questo grande centro industriale e agricolo della Piana. L’aria è umida oltre il normale e i display di computer, auto, telefonini lo segnalano bene.

VIVERI IN CANOA – A Campi ci sono strade allagate come la lunga via Palagetta fino a San Piero a Ponti (ci si va in canoa a portare i viveri), strade da spalare dopo il deflusso delle acque, strade miracolosamente asciutte pur a pochi metri dalle altre. Molti volontari affiancano i proprietari di case e negozi. Si buttano via masserizie, arredi, ci sono i fascicoli di uno studio legale tirati via dal pantano.

Paradossalmente, ha ripreso la farmacia sul ponte alla Rocca e funziona il forno. Sono più in alto e la furia della corrente era tale da non fermare lì acqua e fango. Il resto è ko. Sei idrovore accese no stop dalla notte a San Donnino hanno ritirato le acque ma, ha spiegato il sindaco, Andrea Tagliaferri: "Stavolta il deflusso dai terreni è lento rispetto ad altre esondazioni". C’è un lago accanto a Campi Bisenzio, con l’acqua a un metro, tipo palude

ACCOGLIENZA – Il presidente della Regione, Eugenio Giani, nell’ennesima conferenza stampa della giornata, fa sapere: : "Evacuazioni preventive in corso a Montemurlo, Montale e Prato in corrispondenza delle rotture dei torrenti Agna e Bagnolo, circa 1200 persone. Allestiti punti di accoglienza negli spazi comunali e palestre".

Il presidente aggiunge: "Continua il lavoro dei nostri operatori del Nue 112 che stanno dando il massimo per rispondere a tutte le esigenze. Siamo a 38mila chiamate dall’inizio di questa emergenza". Il governatore ricorda che è "pienamente operativa tutta la rete ospedaliera da Lucca, Pistoia a Careggi che ricevono le urgenze per il Pronto Soccorso di Prato. I problemi alla dialisi sono in via di risoluzione, il nostro sistema di Protezione civile porta i pazienti ai piani superiori se hanno bisogno di lettiga".

IDROVORE – “L’acqua a Campi Bisenzio è finalmente scesa – dice Giani, tirando un sospiro di sollievo -. Ed è scesa grazie anche all’azione delle idrovore che sono arrivate e sono state attivate: trenta solo a Campi, con portata anche di dieci o dodimila metri cubi”. Intanto accanto al centro di accoglienza allo Spazio Reale di San Donnino si sta allestendo un secondo spazio nella palestra della villa a Capalle, in modo da poter evacuare persone fragili ed anziani ferme ai piani alti per offrire loro migliore assistenza e tutti coloro che comunque non se la sentono di stare a casa.

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In tutta la regione scendono a questo punto a meno di cinquemila le persone isolate nelle proprie abitazioni, dove si può arrivare solo mezzi anfibi. Poco più di un terzo di quanti ancora si registravano la mattina. La circolazione in autostrada è stata ristabilita ed anche i treni stanno tornando a circolare con normalità.

Giani racconta del sopralluogo fatto a Figline di Prato. “Lì l’acqua ha invaso con violenza le strade, portando via le auto come fuscelli, per l’ostruzione di un ponte pieno di terra”.

MAREGGIATE – Ma non c’è solo l’emergenza alluvione. Nella dichiarazione dello stato di emergenza nazionale alle province finite sott’acqua di Firenze, Prato e Pistoia si aggiungono Livorno e Pisa per le mareggiate. Lucca e Massa Carrara potrebbero accodarsi in un secondo momento. “Nel pomeriggio sono stato a Marina di Pisa – racconta ancora il presidente – per constatare i danni provocati dalle fortissime onde sul lungo mare. Dovremo rifare due scogliere che il mare si è letteralmente portato via”.

“E poi ci sono le frane – aggiunge – che l’acque nei territori collinari e montani sta creando: a Vaiano e Verno ad esempio, ma non solo. La Toscana è bella e attrattiva, ma anche fragile e delicata”.

Dopo la dichiarazione dello stato di emergenza, la Regione può contare al momento su cinque milioni di euro per le spese di somma urgenza e soccorso. Per la ricostruzione e il ristoro dei danni si dovranno attendere le decisioni e stanziamenti futuri del Governo.

FEDERCONTRIBUENTI – ”Stiamo assistendo, come solo il popolo italiano sa fare, ad una gara di solidarietà straordinaria per aiutare il popolo della Toscana. Anche il governo si impegni in questa gara di solidarietà, oltre all’assistenza alle popolazioni colpite da questo terribile alluvione. Chiediamo che la seconda maxirata della rottamazione quater venga spostata da fine novembre a fine gennaio”. Così Federcontribuenti. ”Come si è fatto per il terremoto del 2012 in Emilia Romagna e quello del 2016 nel centro Italia – aggiunge in una nota – anche questa volta bisogna dare la possibilità a chi ha aderito alla rottamazione quater di avere a disposizione il tempo necessario per riprendersi”.

Sandro Bennucci

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