Resta lui, Novak Djokovic il numero del tennis mondiale. Il serbo ha vinto per la settima volta la finale della Atp Finals di Torino in 1 ora e 43 minuti, battendo con un doppio 6-3 Jannik Sinner.
Gara senza storia. Djokovic non ha sbagliato praticamente nulla e ha concesso solo due palle break all’avversario (peraltro annullate con il servizio).
Per Djokovic e’ l’ennesimo record: e’ il suo settimo Torneo dei Maestri (oggi Atp Finals, prima Masters). Nessuno come lui.
Le speranze di Sinner di diventare il primo italiano a vincere le Atp Finals si infrangono contro la montagna serba, che con una partita ai imiti della perfezione si prende la rivincita dopo la sconfitta nel round robin e ottiene il settimo trionfo ai Masters – il secondo di fila a Torino – impresa mai riuscita a nessuno prima di lui, neanche a King Roger Federer che si è fermato a sei.
Nell’ultimo atto del torneo Djokovic, che aspettando la Coppa Davis chiude la stagione con 3 vittorie negli Slam e il successo alle Atp Finals, ha inflitto una dura lezione a Jannik il rosso, piegato in maniera netta (con un doppio 6-3) proprio come Carlos Alcaraz il giorno precedente.
La meglio gioventù della racchetta deve così ancora inchinarsi di fronte al campione insaziabile, che ha fatto vedere il meglio del suo repertorio tra ace tagliagambe e recuperi ai limiti dell’assurdo. Di fronte a un Nole ‘ingiocabile’ Jannik è crollato sul piano tecnico e psicologico, al punto da consegnare la partita con un doppio fallo, senza esser quasi mai riuscito a impensierire il rivale nei suoi turni di servizio, se non nell’ultima parte del confronto.
Nonostante la delusione, resta comunque la consapevolezza di aver disputato un torneo da favola, a cui è mancato solo il lieto fine, resta la certezza di esser arrivato al punto in cui Jannik può giocarsela con chiunque nel circuito. Resta, soprattutto, l’immagine di un giocatore entrato ormai definitivamente nel cuore e nelle case degli italiani, che può spostare le masse e che ha il futuro dalla sua.
A prescindere dalla caduta contro il tennista attualmente più forte in circolazione.Nel game d’apertura Djokovic tiene il servizio non lasciando neanche un punto al rivale, Jannik risponde presente pareggiando 1-1 in un game non semplice, dove inizia da subito a mettere in mostra il meglio del suo repertorio, dal servizio alla palla corta ai colpi da fondo campo.
Nel quarto gioco Nole risale da 15-40 e alla prima occasione utile piazza subito il break, complice un Sinner eccessivamente falloso, anche se grida vendetta una palla buona non chiamata dall’azzurro con l’occhio di falco. Djokovic nei turni di servizio è semplicemente irraggiungibile in questo primo set, ma l’altoatesino riesce almeno a fermare l’emorragia accorciando 4-2 dopo aver trovato il suo primo ace della partita.
Nole però è in modalità ‘monstre’ e il set scivola via 6-3 senza grosse insidie per il numero uno del ranking. Il secondo set si apre nel peggior modo possibile per l’altoatesino, che cede subito la battuta in un game dominato dal fenomeno serbo, che vola subito sul 2-0 complici tre ace.
Anche nel gioco successivo l’azzurro rischia il tracollo, ma alla fine riesce ad annullare tre palle break e resta in qualche modo dentro la partita (2-1). L’unico spiraglio Djokovic lo concede nel sesto game: Sinner si porta sul 30-0, poi addirittura sul 40-15, ma il serbo nel momento più complicato si rifugia nel suo formidabile servizio e con quattro punti di fila sale sul 4-2.
L’azzurro, comunque, non si scoraggia: il game successivo dura un’eternità (16 minuti) in un montagna russa di emozioni che vedono Sinner annullare due palle break ma anche sprecare tanto al momento di chiudere il punto. Il numero 4 del ranking resta comunque aggrappato alla partita (4-3) anche perché rispetto alla prima ora di gioco riesce ad essere più efficace nei turni di battuta di Nole, più impreciso con la prima.
L’azzurro è bravo a mettere pressione andando sul 30-0 ma poi spreca troppo e consente il rientro al serbo, che mantiene il break di vantaggio andando sul 5-3. Nel game successivo Sinner alza definitivamente bandiera bianca: lo fa con un doppio fallo sul primo set point che proietta Djokovic nell’olimpo e spegne gli ultimi entusiasmi di un Pala Alpitour frastornato ma comunque sempre al fianco della Volpe rossa.
Paulo Soares