Morte di Giulia: zittita con lo scotch e portata via. Il pm: “Filippo è pericoloso”. Già chiesta l’estradizion e alla Germania

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E’ sotto la lente dei giudici la possibile aggravante della premeditazione per Filippo Turetta, accusato dell’omicidio di Giulia Cecchettin. E per il quale l’Italia ha già presentato la richiesta di estradizione alla Germania: il Ministero della Giustizia ha infatti terminato tutte le attività per il momento di sua competenza nella trasmissione in Germania del mandato di arresto europeo.

Negli ambienti della procura veneziana si parla di "premeditazione", capace di portare la pena al massimo. Anche se i magistrati, com’è ovvio che sia in questa fase, non pronunciano la parola ergastolo, e, anzi, chiedono che vengano frenate le emozioni. Tuttavia, la gravità della posizione del ragazzo appare evidente.

SCOTCH ALLA BOCCA – Intanto emergono particolari allucinanti: fra le 23.18 e le 23.40 dell’11 novembre le due aggressioni che hanno portato alla morte. La ragazza sarebbe stata fatta tacere con lo scotch alla bocca che, insieme ad altri atteggiamenti, potrebbero provare, secondo gli inquirenti, "la volontà di uccidere". Non basta: secondo il gip: ‘Filippo pericoloso, potrebbe uccidere altre donne’.

Un portavoce del Tribunale di prima istanza di Halle ha dichiarato di non essere a conoscenza di alcuna calendarizzazione dell’ulteriore udienza in cui Filippo Turetta dovrebbe confermare il proprio assenso ad essere consegnato all’Italia, nonostante l’aggravamento del titolo di accusa a suo carico. Il vice-portavoce dell’Amtsgericht della città della Sassonia Anhalt, Thomas Puls, sempre parlando con i giornalisti, ha detto di non saper prevedere quali saranno i tempi di una consegna del giovane all’Italia.

"ESTREMA PERICOLOSITA’" – Riguardo al pericolo che Turetta "reiteri condotte violente nei confronti di altre donne", ci sarebbero elementi idonei "a fondare un giudizio di estrema pericolosità, che desta allarme, dato che i femminicidi sono all’ordine de giorno". Lo si legge nell’ordinanza di custodia cautelare del gip di Venezia, datata 20 novembre, che ora si aggiunge alle altre carte dell’indagine inviate al Ministero di Grazia e Giustizia, e che una volta tradotta, sarà girata alle auorità tedesche che hanno in custodia Filippo. Per il giudice "l’inaudita ferocia" del giovane ne dimostra "la totale incapacità di autocontrollo".

LA SERA DELL’OMICIDIO – Sono da collocare in circa 22 minuti, tra le 23.18 e le 23.40 dell’11 novembre le due aggressioni che hanno portato alla morte di Giulia Cecchettin per mano di Filippo Turetta, tra la casa della ragazza e quella la zona industriale di Fossò (Venezia). La ricostruzione è contenuta nell’ordinanza di custodia cautelare del Gip di Venezia emessa ieri, e trasmessa per l’emissione del mandato di arresto europeo nei confronti di Turetta, per i reati di omicidio aggravato dalla relazione affettiva e sequestro di persona. Il primo episodio viene ricostruito dal racconto di un testimone, il secondo dalle telecamere di sorveglianza della zona.

Secondo la ricostruzione cronologica effettuata dalla Procura, è alle 23.18 che il teste segnala l’aggressione in via Aldo Moro, a circa 150 metri da casa Cecchettin. Una voce femminile urla "così mi fai male" chiedendo ripetutamente aiuto; poi il teste vede "calciare violentemente una sagoma che si trovava a terra" e poi la Punto allontanarsi.

COLTELLO DA CUCINA – E’ qui che sono state trovate tracce di sangue e un coltello da cucina di 21 centimetri, senza manico, assieme un’impronta di calzatura, sporca probabilmente di sangue. Dalle telecamere di Fossò, distante da Vigonovo circa 6 chilometri, è quindi emerso che Giulia, ferita ma non gravemente, sarebbe riuscita a fuggire venendo inseguita da Filippo, che l’ha scaraventata a terra, cade all’altezza del marciapiede e non si muove più.

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L’aggressore la muove, poi va a prendere la macchina, la carica probabilmente nel sedile posteriore e fugge. Sul marciapiede sono stati poi trovati sangue con capelli sullo spigolo stradale e un pezzo di nastro telato argentato intriso di sangue e capelli "probabilmente applicato alla vittima per impedirle di parlare", scrive il giudice.

Anche qui è stata poi trovata una impronta sporca di sangue di una calzatura, risultata compatibile con quella del parcheggio di Vigonovo. Erano le 23.40; alle 23.50 la Punto nera è uscita dall’area, poi è stata vista in vari punti delle province di Venezia e Treviso. L’ultima inquadratura è alle 9.07 del 12 novembre, da Cortina in direzione Dobbiaco.

DRAMMATICA SEQUENZA – Giulia Cecchettin è stata uccisa "infierendo con plurimi colpi da arma bianca", quindi "scaraventandola a terra", poi "caricandola in auto" e infine "abbandonandola in un luogo isolato". La sequenza degli episodi è stata ricostruita dal Gip di Venezia, nell’ordinanza di custodia cautelare, per il reato di omicidio volontario.

L’aggravante viene sottolineata dal giudice perché il delitto viene compiuto "contro persona legata al colpevole da relazione affettiva", anche se terminata. Infine, il reato di sequestro di persona viene contestato ritenendo che Giulia sia stata trattenuta nella Punto nera "contro la sua volontà per un lasso di tempo apprezzabile".

Gilda Giusti

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