Le dimissioni del presidente Massimo Tononi e l’arrivo di Marco Morelli come amministratore delegato che conosce l’istituto e su cui c’è piena fiducia, scrive Il Sole 24 Ore oggi in edicola, non cambiano la strategia del Governo e del Monte dei Paschi, che punta tutto sul piano di salvataggio approvato dalla Banca centrale europea a fine luglio.
Il piano studiato con Jp Morgan che a fine luglio ha ottenuto il via libera della Banca centrale europea, insomma, prosegue, anche se come ha sottolineato nei giorni scorsi lo stesso ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan sui tempi per raggiungere il traguardo è difficile fare previsioni: tutto dipende dalla disponibilità dei mercati a rimettere soldi nella banca più “problematica” del sistema Italia in un momento in cui, ha fatto notare il titolare dell’Economia, le incognite internazionali sulla stabilità del sistema sono accresciute anche dal referendum costituzionale.
L’impianto dell’operazione Mps resta dunque invariato: il primo passo sarà l’operazione “pulizia” data dalla cessione del portafoglio di non-performing loans per un valore nominale di 27 miliardi e al netto delle garanzie di circa 9 miliardi. Soltanto dopo la realizzazione di questa vendita potrà nascere la good bank, il nuovo Montepaschi sul quale è mirato l’aumento di capitale.
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