Migranti, Piantedosi: “Troppi sbarchi, ma ce ne sarebbero stati di più”. Ora il “piano Albania”

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Sarà utile, e soprattutto efficace anche come deterrente, l’accordo fra Italia e Albania sui migranti? Il bilancio del 2023 preoccupa Palazzo Chigi: negli ultimi 12 mesi il flusso verso le coste italiane è aumentato del 50%. E forse qualcosa più.

Il ministro Matteo Piantedosi ammette: "Il numero degli arrivi di quest’anno non coincide certo con l’obiettivo delle politiche che il governo ha avviato in molteplici direzioni con il fine di contrastare e sconfiggere il traffico di esseri umani, ma va detto che ne sarebbero arrivati ancor di più se non avessimo adottato le misure varate in questi mesi che hanno già dato risultati concreti".

E ancora: "Basti pensare che la collaborazione con le autorità tunisine e libiche ha consentito di bloccare molte decine di migliaia di altri arrivi, 121.883 persone, un numero non molto lontano da quello delle persone arrivate, e di arrestare centinaia di trafficanti. Oltre a questo, le iniziative che abbiamo adottato hanno fatto sì che il nostro sistema dell’accoglienza abbia retto l’urto di un afflusso straordinario che è stato determinato da crisi politiche o socio-economiche avvenute in Paesi stranieri le cui cause sono state del tutto indipendenti da noi".

Secondo le cifre fornite dal Viminale, le persone che in un anno hanno raggiunto il nostro Paese sono state 155.754 (oltre 17mila i minori stranieri non accompagnati) mentre nello stesso periodo di riferimento nel 2022 erano state 103.846. Il picco di sbarchi, 25.673 in un mese, è stato raggiunto ad agosto.

Sui numeri ha sicuramente influito la crisi economica e politica in Tunisia, diventata la rotta privilegiata per chi fugge dall’Africa, e alcune strategie – secondo quanto denunciato anche dal governo italiano – messe in atto dai mercenari della Wagner al soldo di Mosca per esasperare il fenomeno migratorio. Cifre più alte che nel 2024 si spera possano ridurre l’impatto dopo l’accordo raggiunto in Europa nel Patto su migranti, attraverso una distribuzione più equa dei richiedenti asilo all’interno dei territori dell’Unione.

Tra gli ultimi naufraghi sbarcati ci sono i 244 arrivati a Bari con la nave Ocean Viking della ong Sos Mediterranée, che arrivano da Eritrea, Sudan, Bangladesh, Pakistan e Siria: alcuni saranno saranno accolti nei centri pugliesi e altri invece andranno in Calabria.

"Ci sono anche due donne incinte e diversi minori non accompagnati", ha detto il medico della nave, anche lui eritreo, spiegando che i migranti "sono stati salvati in tre operazioni diverse di salvataggio". Altri sbarchi sono stati registrati nelle ultime ore a Lampedusa, dopo le operazioni di soccorso da parte di una motovedetta di Frontex che ha messo in salvo 79 persone su tre diverse imbarcazioni.

Altre tredici sono invece giunte nel sud della Sardegna e alle autorità hanno dichiarato di essere tunisini: tra loro dodici uomini e una donna, tutti privi di documenti d’identità e arrivati poco prima su un’imbarcazione di fortuna.

La nave di Open Arms con a bordo circa sessanta migranti salvati in area libica è invece attesa nel porto di Genova nella mattinata di lunedì, giorno di Capodanno. Tutto è pronto anche a Ravenna per l’arrivo della Geo Barents della ong di Medici senza frontiere, con 336 migranti a bordo, previsto per martedì prossimo, il 2 gennaio.

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Dopo lo sbarco i migranti saranno poi trasferiti con pulmini della Croce rossa italiana al palazzetto dello sport dove sono in via di allestimento i laboratori sanitari per le visite mediche speditive. La Prefettura ravennate ha già predisposto un servizio di trasporto di 112 migranti che saranno accompagnati a Milano per essere accolti nei centri in Lombardia, altri 112 andranno invece in Toscana e i restanti 112 rimarranno in Emilia Romagna per essere poi distribuiti tra le varie province.

L’accordo con l’Albania, nonostante il ricorso dell’opposizione di Tirana all’Alta Corte, potrebbe essere attivo fra qualche mese. Palazzo Chigi pensa che sia utile. Addirittura come esempio per tutta l’Unione Europea.

Ernesto Giusti

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