Iran: esplosione vicino alla tomba di Soleimani, i morti sono oltre un centinaio. Teheran:”Risposta sarà dura”

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Strage di civili dalle proporzioni sconvolgenti quella che ha colpito oggi, 3 gennaio 2024, l’Iran. Sono oltre un centinaio le persone che hanno perso la vita e più di 200 sono state ferite a causa di due esplosioni nei pressi del cimitero di Kerman, nell’Iran centro-meridionale, dove migliaia di pellegrini si stavano recando per commemorare il quarto anniversario della morte Qassem Soleimani, il capo delle forze Qods delle Guardie della Rivoluzione iraniana, ucciso il 3 gennaio del 2020 in Iraq in un’operazione condotta dagli Stati Uniti. Tra le vittime anche quattro agenti di polizia.

Le autorità iraniane parlano di attacco "terroristico" – finora non rivendicato da nessuno – ma si astengono dall’individuare esplicitamente un colpevole. Attentati come questo hanno già insanguinato il Paese nel corso degli anni e sono stati rivendicati da vari gruppi: dall’Isis ai separatisti del Baluchistan, a quelli arabi del sud. Il servizio segreto israeliano Mossad è stato invece accusato da Teheran di uccisioni mirate di scienziati nucleari e responsabili militari sia in Iran sia all’estero.

L’ultimo caso è quello di Seyed Razi Mousavi, generale dei Pasdaran colpito a morte il 25 dicembre in Siria. La duplice esplosione di Kerman è avvenuta inoltre all’indomani dell’attacco a Beirut in cui è stato ucciso il numero 2 di Hamas Saleh al-Arouri.

Ma a respingere qualsiasi sospetto su un’eventuale mano di Israele nella strage di oggi, sono intervenuti subito gli americani: "Non ci sono informazioni indipendenti su quanto accaduto in Iran, è troppo presto per fare valutazioni ma non abbiamo alcun motivo di pensare che Israele sia coinvolto", ha detto il portavoce del dipartimento di stato Usa, Matthew Miller, escludendo anche qualsiasi coinvolgimento degli Usa nell’episodio. Gli "odiosi criminali" dietro al duplice attentato di Kerman avranno una "risposta severa" e la "giusta punizione", ha detto la Guida suprema iraniana, Ali Khamenei, accusando genericamente quelli che ha definito "i nemici diabolici della nazione iraniana".

Il presidente Ebrahim Raisi – che ha cancellato la prevista visita in Turchia – ha affermato che i colpevoli saranno "presto identificati e puniti" e che "i nemici della nazione devono sapere che queste azioni non potranno mai spezzare la solida determinazione della nazione iraniana". La risposta iraniana sarà "forte e distruttiva e nel più breve tempo possibile", ha avvertito il ministro dell’Interno, Ahmad Vahidi, sottolineando comunque che le indagini sono ancora in corso per identificare i colpevoli. Il ministro ha fatto sapere che la maggior parte delle vittime sono morte nella seconda esplosione, quando le persone sono accorse per soccorrere i feriti nella prima.

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