Usa: nuovi raid all’alba contro gli Houthi nello Yemen. Italia informata ma “non è stato richiesto l’intervento “

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Biden l’aveva detto: "Alle minacce degli Houthi sapremo rispondere". Così prima dell’alba di oggi, 13 gennaio 2024, l’ esercito americano ha colpito un altro sito controllato dagli Houthi nello Yemen che, secondo quanto riferito, metteva a rischio le navi commerciali nel Mar Rosso.

Lo hanno detto due funzionari Usa e lo hanno confermato media dei ribelli yemeniti.
Secondo il canale al-Masirah, questa mattina gli attacchi americani hanno preso di mira almeno un sito nella capitale Sana’a. Dopo gli attacchi britannici e americani di ieri, gli Houthi hanno lanciato "almeno un missile" che, tuttavia, non ha colpito nessuna nave, ha detto l’esercito americano.

In azione contro le basi dei miliziani, oltre a Stati Uniti e Gran Bretagna, anche otto Paesi alleati. Per Mosca è ‘un’escalation distruttiva’. "L’Italia è stata avvisata dell’attacco, ma non è stata chiesta la sua partecipazione", riferiscono fonti di Palazzo Chigi. Tajani aveeva fatto sapere ieri che, per intervenire militarmente, occorre un voto del Parlamento.

Se ci saranno altri attacchi da parte degli Houthi, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden "non esiterebbe ad ordinare altre operazioni per difendere le nostre truppe e le nostre attività commerciali". Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale, John Kirby, in un briefing con la stampa a bordo dell’Air Force One. "Mi assicurerò di rispondere agli Houthi se continueranno questo comportamento oltraggioso" ha poi detto lo stesso Biden.

I deputati democratici, che hanno attaccato Joe Biden per non aver chiesto l’autorizzazione al Congresso americano per i raid contro gli Houthi, "sbagliano". Lo ha detto il capo della Casa Bianca rispondendo ad una domanda dei giornalisti al seguito in Pennsylvania. Per Biden è "irrilevante" designare gli Houthi come gruppo terroristico. "Se continuano ad agire e comportarsi come fanno, risponderemo", ha insistito.

Il premier britannico Rishi Sunak ha autorizzato attacchi aerei britannici contro le posizioni militari Houthi nello Yemen per respingere gli attacchi dei ribelli appoggiati dall’Iran alle navi in transito nel Mar Rosso. Lo scrive il Times. Il Regno Unito si dovrebbe unire agli Stati Uniti e ad altri alleati nello svolgimento della missione "a breve", scrive il quotidiano. Gli attacchi Houthi hanno gravemente intralciato il commercio internazionale su quella che è una rotta chiave tra Europa e Asia.

Dopo settimane di avvertimenti rimasti inascoltati, è arrivata la ritorsione. Nella notte tra giovedì e venerdì Stati Uniti e Gran Bretagna hanno lanciato 73 raid contro postazioni militari degli Houthi in Yemen che avevano a loro volta attaccato le navi commerciali nel Mar Rosso "legate a Israele" in solidarietà, a loro dire, con i palestinesi di Gaza. Potrebbe essere questo il primo atto della tanto temuta escalation del conflitto in Medio Oriente: i ribelli yemeniti – che, sostenuti dall’Iran, controllano un terzo del Paese – hanno minacciato di rispondere e annunciato di considerare ormai "obiettivi legittimi" tutti gli interessi anglo-americani nel mondo.

La missione, condotta da aerei da caccia e missili Tomahawk dispiegati da Washington e quattro jet Typhoon della Raf britannica, ha colpito "siti di lancio per missili e droni" usati contro i mercantili nel Mar Rosso. Secondo il portavoce degli Houthi, sono state prese di mira postazioni militari nella capitale Sanaa e nei governatorati di Hodeida, Taëz, Hajjah e Saada, con un bilancio di "cinque combattenti morti e sei feriti".

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L’ordine di attaccare è arrivato da Joe Biden dopo l’ennesimo missile yemenita giovedì verso una nave in transito. Il presidente americano ha poi spiegato di aver voluto dare una risposta agli Houthi per aver messo "a repentaglio la libertà di navigazione in uno dei corsi d’acqua più vitali al mondo" e di essere pronto a "ordinare altre operazioni". Abbiamo inviato "un segnale forte" agli Houthi, ha commentato anche il premier britannico Rishi Sunak mentre era in visita a Kiev.

Dallo scorso novembre, gli ex ribelli sciiti ormai al potere hanno lanciato 27 attacchi nel Mar Rosso, tratto di mare abitualmente attraversato dal 12% del commercio globale: i cargo sono quindi stati costretti a deviare la rotta che passa dal Canale di Suez verso il sud del continente africano, con ricadute sui tempi degli approvvigionamenti, la produzione e l’innalzamento dei prezzi. L’ultimo missile, sparato appena poche ore dopo i raid, è caduto in acqua a poche centinaia di metri da una nave, ha riferito la United Kingdom Maritime Trade Operations.

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