Razzismo, Maignan chiede pugno duro: “Complice chi non fa niente”

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Il caso Maignan scuote il mondo del calcio e non solo. Il portiere del Milan è rimasto scioccato dai tifosi friulani che gli facevano il verso della scimmia. E il calcio italiano ripiomba nell’incubo del razzismo.

Mentre gli occhi del mondo, o almeno una parte di esso, sono puntati sulla Serie A con la Supercoppa in Arabia Saudita, in campionato è andato in scena un episodio gravissimo allo stadio di Udine, dove in occasione della sfida Udinese-Milan l’arbitro è stato costretto a sospendere brevemente il gioco per una serie di buu razzisti rivolti all’indirizzo del portiere rossonero Mike Maignan. Il calciatore francese, con un gesto forte, ha deciso lui per primo di lasciare la sua porta.

Il giorno dopo, l’eco è ancora forte e soprattutto si attende la decisione delle autorità sportive su quanto accaduto. In tal senso oggi sui social Maignan è stato durissimo: "Oggi è un intero sistema che deve assumersi le proprie responsabilità: gli autori di questi atti, perché è facile agire in gruppo nell’anonimato di un forum; gli spettatori che erano in tribuna, che hanno visto tutto, che hanno sentito tutto ma che hanno scelto di tacere, siete complici; il club dell’Udinese, che ha parlato solo di interruzione della partita, come se nulla fosse, è complice; le autorità e la Procura, con tutto quello che sta succedendo, se non fai nulla, sarai complice anche tu".

"Non è stato il giocatore ad essere stato aggredito. E’ stato l’uomo. È una lotta difficile, che richiederà tempo e coraggio. Ma è una battaglia che vinceremo", ha aggiunto il portiere del Milan che a sua volta ha deciso di non pubblicare alcun contenuto sui social media oggi, 21 gennaio 2024, a sostegno di Maignan e della lotta al razzismo.La palla passa ora al Giudice Sportivo che valuterà il referto arbitrale e degli ispettori della Procura, se dovesse chiedere un supplemento di indagine toccherà poi al procuratore Giuseppe Chinè decidere quali sanzioni comminare all’Udinese (verosimilmente la chiusura di uno o più settori dello stadio per una o più gare).

L’Udinese, che si è scusata con il giocatore, ha già fatto sapere che collaborerà per individuare il o i responsabili di questi cori "con l’obiettivo di adottare ogni misura necessaria per punirli". Parole di condanna sono state espresse anche dal ministro dello Sport Andrea Abodi: "Il mio, il nostro no al razzismo non può, non deve, non vuole avere il colore di una maglia o della pelle, non riguarda una religione o un popolo o una città: vale sempre e ovunque. Come il rispetto: sempre e ovunque. E chi sbaglia ne deve rispondere. Le nostre scuse a Mike Maignan".

Mentre Lega Serie A e il presidente della Figc Gabriele Gravina già ieri sera erano intervenuti. "Bene ha fatto l’arbitro a sospendere la gara, non si deve giocare per forza quando accadono questi comportamenti vergognosi", le parole di Gravina. Oggi è invece intervenuto il numero 1 dell’Assocalciatori Umberto Calcagno che ha chiesto l’intervento "dello Stato e del Governo. Ieri è stata fatta la cosa più giusta. Mi auguro si possano studiare le dovute contromisure con il ministro dello sport Abodi e l’esecutivo".

"Sono stufo di questi continui episodi. Non è più concepibile che queste cose accadano con questa frequenza. E’ una cosa gravissima e inaccettabile", ha aggiunto. Come prevedibile i fatti di Udine hanno subito varcato i confini del nostro Paese, trovando vasta eco sulla stampa di tutto il mondo fino a scomodare il presidente della Fifa Gianni Infantino. "Gli eventi di sabato a Udine e Sheffield sono assolutamente ripugnanti e del tutto inaccettabili. Non c’è posto per il razzismo né per altre forme di discriminazione, nel calcio così come nella società", ha dichiarato il numero 1 del calcio mondiale.

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"I giocatori interessati da quanto accaduto sabato hanno il mio pieno supporto. È necessario che tutte le parti interessate agiscano, a partire dall’istruzione nelle scuole, affinché le future generazioni comprendano che questo non è parte del calcio né della società", ha aggiunto.

"Oltre alla procedura a tre fasi (sospensione della partita, seconda interruzione della partita, partita annullata), va comminata la sconfitta a tavolino per le squadre i cui tifosi si siano resi protagonisti di atti di natura razzista – provocando così l’annullamento della partita -, cosi come vanno attuati divieti di accesso agli stadi di tutto il mondo e portate avanti accuse penali nei confronti di chi compie atti razzisti", ha tuonato Infantino sui social.

A Maignan, infine, la solidarietà di tutti i suoi colleghi in Serie A e non solo. Uno su tutti il messaggio del suo compagno di nazionale, il fuoriclasse del Psg Kylian Mbappe: "Sei molto lontano dall’essere solo Mike Maignan. Siamo tutti con te. Ancora gli stessi problemi e ancora nessuna soluzione. Quando è troppo è troppo! NO AL RAZZISMO".

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